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LE MARCHE – Dopo la nota congiunta dei presidenti delle cinque Province marchigiane, che chiedevano alla Regione garanzie di mantenimento dei servizi essenziali – come manutenzione strade e sostegno alla disabilità -, la giunta regionale ha presentato all’assemblea legislativa delle Marche la proposta di legge sul riordino delle Province, in attuazione della riforma Delrio.

IL TESTO DELLE PROPOSTA – Prevede che le funzioni “non fondamentali”, esercitate dalle Province, vengano trasferite alla Regione (la normativa nazionale riportava anche la possibilità di assegnarle ai Comuni). Definisce, inoltre, le modalità per il trasferimento del personale collegato alle funzioni trasferite. La proposta di legge ha acquisito il parere dell’Osservatorio regionale sul riordino (istituito a seguito dell’accordo Stato – Regioni) e del Tavolo delle autonomie locali (Regione, Anci e Upi Marche, organizzazioni sindacali confederali e di categoria). La legge 56/2014 ridefinisce l’assetto istituzionale delle Province, quali enti di secondo livello titolari di funzioni amministrative fondamentali; prevede il ridimensionamento e il riordino delle competenze delle Province stesse, nella prospettiva del loro superamento con la legge di riforma costituzionale, attualmente all’esame delle Camere. Secondo le rispettive competenze, lo Stato e le Regioni attribuiscono (alla Regione stessa o agli enti locali) le funzioni amministrative svolte dalle Province, diverse da quelle fondamentali. Gli Osservatori regionali hanno svolto la ricognizione delle funzioni, alcune delle quali saranno trasferite dalle Province alla Regione nelle materie assegnate alla competenza legislativa regionale (turismo, beni e attività culturali, trasporto pubblico locale, protezione civile, difesa del suolo, caccia e pesca nelle acque interne, formazione professionale, servizi sociali, farmacie, artigianato e industria). La proposta si compone di otto articoli che disciplinano il riordino delle funzioni provinciali, il trasferimento alla Regione delle funzioni non fondamentali, le modalità del trasferimento – rinviando a successive deliberazioni della giunta regionale l’individuazione delle risorse umane strumentali e finanziarie correlate -, le disposizioni finanziarie, le norme transitorie e finali.


I COMMENTI – “Stiamo mantenendo gli impegni assunti con i livelli istituzionali e con i lavoratori delle Province, giustamente preoccupati per la salvaguardia dei posti di lavoro – afferma il presidente Gian Mario Spacca – La Regione sta facendo la propria parte, con responsabilità, per accompagnare questo processo di riforma che lo Stato ha impresso senza le dovute garanzie sul fronte delle risorse necessarie. L’assemblea legislativa può quindi avviare il percorso legislativo, con l’auspicio che possa concludersi entro marzo, comunque prima della fine della legislatura regionale, in modo da continuare a garantire i servizi ai cittadini senza interruzioni e senza disagi, e senza penalizzazioni per i dipendenti delle amministrazioni provinciali”.
“Abbiamo svolto un proficuo e approfondito lavoro per attuare la Riforma Delrio nella maniera più rispondente alle esigenze delle comunità locali e dei lavoratori coinvolti – sottolinea il vicepresidente e assessore agli Enti Locali, Antonio Canzian – Un processo di riforma sul quale è ancora aperto il confronto con il Governo nazionale, perché le Regioni chiedono di disporre delle necessarie risorse economiche per poterlo gestire nei migliori dei modi e senza tensioni occupazionali. Quella inviata all’assemblea legislativa è una proposta di legge frutto del confronto con le Province, i Comuni e i sindacati. Crediamo sia un testo che risponda alle esigenze e alla finalità della riforma, che i consiglieri regionali potranno integrare o modificare, sapendo comunque che la vera battaglia resta quella delle risorse economiche, al momento non assegnate e la cui mancanza rappresenta un limite all’efficacia del processo di riordino”.

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