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ASCOLI PICENO – L’associazione partigiani col suo presidente William Scalabroni ha inviato una lettera aperta al presidente dell’Ascoli Calcio, Francesco Bellini, dopo un episodio che ha coinvolto uno dei giocatori. Il gesto incriminato è un “saluto” ai tifosi che per l’Anpi richiamerebbe un ossequio di memoria fascista.

LA LETTERA – “Gentile Dottor Francesco Bellini, avevamo già da tempo intenzione di scriverLe per segnalare una serie di episodi che vedono protagonisti individuati settori della tifoseria locale, ma oggi non possiamo rimandare oltre il bisogno di esprimerLe la più profonda indignazione, nostra e di tutti i democratici tifosi e sportivi ascolani di fronte all’ennesimo oltraggio inferto all’immagine della città di Ascoli.

Ci riferiamo al saluto romano tributato dal calciatore Perez alla curva sud dello stadio cittadino, che ospita la tifoseria più politicizzata. Lei sa, Egregio Presidente dell’Ascoli Calcio, che il nostro stadio è intitolato a Cino Del Duca, attivo antifascista riparato in Francia nel ’23, decorato dal governo francese per la sua partecipazione alla Resistenza, Presidente dell’Ascoli all’indomani della Liberazione dal nazifascismo. Lei sa, Egregio Presidente, che questa città è stata liberata anche con il sacrificio di tanti suoi figli che non si piegarono di fronte alle barbarie ed all’orrore di un regime sanguinario, e che per il loro sacrificio questa città è stata decorata con la Medaglia d’oro al Valor militare per attività Partigiana, come la Provincia. Ci chiediamo, allora, se questa città e questa provincia meritino che una minoranza di esaltati, che si spacciano per sostenitori della squadra, possano così impunemente infangare la storia e la memoria di questi luoghi e tutto questo in nome di una falsa passione sportiva.

Egregio Presidente, vorremmo che il calcio, come tutte le altre discipline sportive, fosse veicolo di messaggi positivi, di sano agonismo, di spirito davvero sportivo nel suo reale significato e non pretesto per fomentare odi e campanilismi puerili, che hanno trasformato gli spalti in palestre di violenza in mano a pochi facinorosi. Lei sa, Egregio Presidente, che la legge Mancino punisce severamente tutti gli episodi che richiamano gesti o immagini di gruppi o organizzazioni neofasciste, specialmente se a commettere tali gesti sono gli stessi giocatori in campo. Non è questo il calcio che una città insignita di Medaglia d’Oro al Valore Militare per Attività Partigiana vorrebbe vedere e sostenere. Se ci rivolgiamo a Lei è perché siamo sicuri che Lei condivide le nostre preoccupazioni e vorrà farsene carico richiamando tutti, giocatori e tifosi, al rispetto delle leggi e della memoria antifascista di questa città”.

Immediata la risposta di Leonardo Perez, che ha affermato: “In merito alle polemiche relative alla mia esultanza dopo i gol, tengo a precisare che la stessa non ha nessun connotato politico e invito tutti a non strumentalizzarla, attribuendole significati che non ha”.

 

 

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