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ASCOLI PICENO – La vicenda Prysmian al centro della seduta aperta del consiglio comunale di Ascoli di questo pomeriggio. Molte le promesse da parte politica su unità di intenti e di azione e solidarietà all’ennesima crisi dell’area industriale del Piceno. Molti gli ammonimenti da parte dei lavoratori sull’esplosione che potrebbe accadere se il 9 aprile dal Ministero, data in cui le parti torneranno a sedersi per discutere, non arrivassero buone notizie per lo stabilimento ascolano. Tra i dipendenti della multinazionale c’è il comune rigetto dell’ipotesi di ricollocamento e chiusura. “Le nostre famiglie sono qui – hanno detto in molti – e non intendiamo muoverci da Ascoli. Nel caso in cui il 9 aprile dovessero dirci che l’azienda chiude, siamo pronti a tutto”. Il sindaco sulla Prysmian in apertura di seduta: “dobbiamo riuscire a unire le forze politiche e cihedere che non vi sia privilegio per altri che penalizzi chi ha sempre fatto il proprio dovere, salvando invece chi fa meno e peggio”. Sulla scia il presidente del consiglio, Marco Fioravanti: “Se non salviamo la Prysmian rischiamo di creare un sistema che non incentiva il merito. Questa è una situazione molto particolare, ogni crisi industriale della nostra vallata ha una sua caratteristica. Questo caso è a dir poco eclatante perché si tratta di una realtà non in crisi, che, anzi, riceve soldi pubblici. Stiamo lavorando per rimanere uniti. Dobbiamo difenderci questo attacco forte contro il nostro territorio”.

GLI INTERVENTI SULLA PRYSMIAN, I SINDACATI – “E’ evidente che la decisione presa dall’azienda non ha nulla a che vedere con aspetti imprenditoriali o produttivi – ha detto Falciani della Cgil – Il piano industriale fa acqua da tutte le parte e non prevede consolidamento nemmeno degli stabilimenti finanziati con denaro pubblico. Tornando al Piceno, l’unico modo per creare lavoro qui è creare appetibilità per far sì che si investa”. “Non abbiamo un politico in grado di portare un solo euro ad Ascoli – ha aggiunto Marsilio Antonucci della Cisl – dopo la moria di aziende, questo territorio non fa parte delle zone depresse industriali. Per chi fa politica questo è vergognoso. O si fa una svolta epocale a livello di territorio e politica o continueremo solo a piangerci addosso”.

GLI INTERVENTI DEI LAVORATORI DELLA PRYSMIAN – Momenti di rabbia e comprensibile disperazione in sala da parte dei lavoratori della Prysmian, Sara Galiè, moglie di un operaio: “La politica ha parlato tanto, ma nessuno di voi sa cosa significa fare i sacrifici. Noi vogliamo avere delle risposte e non vogliamo più essere presi in giro”. “È più di un mese che viviamo questi disagi – ha continuato Sandro Mariani – ma rifiutiamo categoricamente la chiusura del nostro stabilimento. Dal punto di vista industriale è pura follia, siamo pronti a tutto, ma abbiamo bisogno di voi affinché facciate pressione in questi giorni decisivi sul governo”. “Noi rigettiamo la chiusura e la ricollocazione – ha tuonato Pietro Vagnoni – la famiglia è ad Ascoli e qui voglio restare. Voi dovete onorare la poltrona su cui sedete. Se avete la possibilità battete i pugni sopra al tavolo, fate capire che anche il Piceno fa parte delle marche. La Regione cosa sta facendo per salvare la Prysmian?”.

GLI INTERVENTI SULLA PRYSMIAN, I POLITICI – “Qui c’è stata un’assenza da parte di troppi soggetti sulla mancanza di una visione industriale del territorio – ha detto Francesco Ameli del Pd – spero che questa sia l’ultima occasione per creare un patto tra tutti coloro che sono impegnati nella difesa del lavoro. Dobbiamo riprogettare un futuro della nostra terra”. “AncOra non vedo la reale voglia di capire cosa sia successo e chi siano i responsabili – ha chiarito Massimo Tamburri del Movimento 5 Stelle – qui siamo sotto attacco, ma per difenderci dobbiamo capire le manovre a livello nazionale”.

LA CHIUSURA CON L’APPROVAZIONE DELL’ORDINE DEL GIORNO – In chiusura di seduta l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno sulla Prysmian per scongiurare la chiusura dello stabilimento ascolano e riprendere il tavolo permanente sul protocollo Val Vibrata – Val Tronto. “Sono dispiaciuto da qualche tono – ha chiosato il sindaco Castelli – penso che nei momenti di lotta l’unità sia fondamentale. Tutto il sistema istituzionale si sta prodigando perché questa battaglia possa essere portata avanti e che è auspicabile che non ci siano indebolimenti prodotti da una pur comprensibile esasperazione”.

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