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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tanti i partecipanti all’incontro organizzato dall’associazione Ambiente e Salute nel Piceno del 3 maggio, a cui sono stati invitati tutti i candidati presidenti alle prossime regionali. Assente Francesco Acquaroli del Centrodestra Marche (Fdi-An e Lega) , al posto di Luca Ceriscioli, sostenuto da Pd Uniti per le Marche e Popolari Marche-Udc, ha presenziato l’evento il candidato Sandro Benigni, mentre erano presenti Gian Mario Spacca, governatore uscente e ora schierato con Forza Italia, Giovanni Maggi del Movimento 5 Stelle e Edoardo Mentrasti di Altre Marche-Sinistra Unita. Il moderatore dell’evento è stato Giovanni Vagnoni del comitato No Trivellazione a Ripatransone, che ha collaborato all’organizzazione dell’evento, che ha innanzitutto salutato i rappresentati dei Comuni di Grottammare e San Benedetto, l’assessore Daniele Mariani e del consigliere Sandro Evangelisti che hanno definito l’evento molto importante e un’opportunità unica, vista la presenza dei candidati, ai quali sono state poste quattro domande.

LA PRIMA DOMANDA SULL’IMPIANTO DI STOCCAGGIO – Il primo quesito ha visto l’ex governatore Spacca difendere il proprio operato: “Quando si parla della centrale di stoccaggio prevista a San Benedetto, manca sempre un passaggio: la determina da noi approvata nel 2013 che anticipa la non intesa riguardo all’iter del Governo. Siamo contrari per motivi di sicurezza ma anche per il rispetto della vocazione e dell’entità del territorio”. Mentre Benigni ha ribadito la contrarietà sua e di Ceriscioli e la volontà di contrastare qualsiasi decisione che esautori le comunità locali a decidere per il loro territorio. Maggi invece non ha risparmiato forti critiche: “Pare che la responsabilità non sia di nessuno, non di Ceriscioli che non c’è mai, né dell’operato di Spacca. Noi siamo per il divieto assoluto allo stoccaggio, al rigassificatore, alle perforazioni e alle ricerche di idrocarburi”. Per Mentrasti c’è invece bisogno di una politica regionale e nazionale che programmi le questioni ambientali con energia alternativa e che risponda a effettivi bisogni nazionali: “L’Italia potrebbe diventare un hub energetico dell’Europa, a discapito dei nostri territorio. Neghiamo l’intesa per lo stoccaggio”.

SECONDA DOMANDA SU CONTROLLO DEI TECNICI E CORRUZIONE – Il candidato dei 5 Stelle cita l’articolo 28 della Costituzione che rende i funzionari responsabili delle proprie azioni. “La buona politica deve però guardare i tecnici buoni – risponde Benigni – e occuparsi della lentezza degli apparati. Puntiamo su una trasparenza maggiore per i cittadini, la semplificazione dall’eccesso di burocrazia e smascherare la corruzione”. Per Mentrasti il problema è quello di preparare al meglio i funzionari: “Ripristiniamo la programmazione regionale perché non è possibile scaricare sui tecnici la responsabilità della politica. Inoltre i cittadini devono conoscere le questioni per intervenire prima che le cose si facciano”. Spacca difende i suoi funzionari: “Questo governo (parla della Regione che ha amministrato, ndr) ha detto no al metanodotto e alle trivellazione in Adriatico, chiedendo un’intesa con la Croazia. Se volete attaccateci, ma con cognizione di causa”. L’ex governatore ha anche sottolineato che il suo governo non era in realtà del Pd ma di centrosinistra.

TERZA DOMANDA SULLE TRIVELLAZIONI DEL PICENO – “Questo è un sistema che nella paura fa passare soluzioni inaccettabili come necessarie”, commenta Maggi.
Per Benigni, l’unico vero petrolio di quelle zone è il vino insieme ai tanti prodotti tipici: “Non ho raccolto le polemiche dei candidati perché penso che bisognerebbe fare un fronte unico rispetto a certe situazioni . Non mi chiamo Renzi, ma Benigni e per difendere le competenze regionali andrei anche in piazza con i cittadini”. Mentrasti invece dà la colpa al mercato che decide tutto: “Occorre rovesciare la logica economica finanziaria degli ultimi 20/30 anni. Questa delle trivellazioni è un’operazione a perdere anche per quanto riguarda le royalty”. Spacca ha ribadito quello che è stato il suo no al gasdotto e all’elettrodotto di Terna, ma difende il progetto, rimasto tale, del rigassificatore che sarebbe in caso l’Italia avesse avuto problemi con la Libia: “Che avremmo fatto senza metano? Comunque, nel caso, questo è un processo alle intenzioni, visto che non esiste alcun rigassificatore”.

QUARTA DOMANDA SUL MARE ADRIATICO E LA SUA DIFESA – I candidati alle regionali si sono mostrati tutti contrari alle trivellazioni in mare, a partire dal governatore Spacca che spiegato che il problema l’Italia dovrebbe affrontarlo con i paesi che hanno le proprie coste sull’Adriatico: “Fondamentale anche la strategia della Macroregione che tratta proprio quattro punti che riguardano l’Ambente”. Mentre per Mentrasti la Marcoregione rischia di non fare passi avanti, mentre occorrerebbe rafforzare un profilo di lotta. Per Benigni l’Adriatico, essendo un mare chiuso è delicatissimo, è sinonimo di pesca, lavoro e turismo: “Degli studi dicono che dalle trivellazioni potremmo ottenere 7 settimane di petrolio, che , sommate alla riserva della Basilicata, arriverebbero a 13. Non si risolverebbe comunque il fabbisogno nazionale, e non si capisce allora a cosa servano?”. Ma qualcosa non riporta per Maggi che pone una domanda: “Come mai tutti i candidati sono d’accordo, ma c’è la gente che protesta? Non portano lavoro e le royalty che chiediamo sono basse”.

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