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L’inchiesta sul calcioscommesse denominata “Dirty Soccer” assume, di ora in ora, dei contorni sempre più ampi. Dopo gli arresti di ieri mattina, infatti, che hanno riguardato tantissimi rappresentanti delle società di Lega Pro e serie D tra calciatori, ex giocatori, dirigenti, direttori sportivi e magazzinieri, ma anche finanziatori sia italiani che stranieri, nel primo pomeriggio di oggi è spuntato anche il nome dell’Ascoli Picchio.

LA PRECISAZIONE –  La società bianconera, guidata dal presidente Francesco Bellini, ha subito precisato attraverso un comunicato. “In merito alle indiscrezioni circolate oggi pomeriggio  a mezzo stampa su un possibile coinvolgimento dell’Ascoli Picchio nell’attuale inchiesta “Dirty Soccer” – spiegano i vertici ascolani – la società dichiara l’assoluta estraneità sua e dei propri tesserati a qualsiasi forma di scommessa. L’Ascoli Picchio non è stata in alcun modo chiamata in causa dalla magistratura in merito all’attuale inchiesta e sottolinea che, come forma assoluta di prevenzione, a inizio stagione aveva fatto sottoscrivere ai propri giocatori un documento dove si vietava tassativamente ogni forma di scommessa, pena la risoluzione anticipata del contratto”.

I FATTI – A quanto sembra, in effetti, il coinvolgimento dell’Ascoli non sarebbe diretto, ma legato al Santarcangelo. In particolare, nel mirino della magistratura sarebbe finita la gara di andata, con i bianconeri che vinsero al Del Duca grazie alla doppietta di Altinier. In poche parole, pare che i giocatori avversari siano arrivati ad Ascoli per perdere, con la società bianconera che però sarebbe stata tenuta all’oscuro da tutto. Nelle prossime ore, comunque, emergeranno altri particolari importanti, nella speranza che davvero l’Ascoli possa essere tenuto fuori da questa ennesima brutta pagina del calcio italiano.

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