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Come ben sapete il prossimo venerdì 26 giugno debutterà al Teatro Ventidio Basso la commedia dialettale Li nnummera a lu cundrarie. Vi abbiamo già detto che questo spettacolo è un’opera originale e innovativa, in cui il genere dialettale e la magia del musical vengono fusi in una performance unica, che potrebbe essere definita “musical dialettale”. Se venerdì prossimo sul palco del nostro massimo cittadino andrà in scena questo lavoro innovativo, è solo grazie all’evoluzione di un percorso durato anni, in cui si è imparato molto e ci si è messi continuamente in discussione.

Alcune persone della nostra associazione, tra cui il nostro cofondatore e vicepresidente Giorgio Olori, sono stati in grado di portare avanti un progetto coerente con l’obiettivo associativo, e cioè quello di lavorare sul mondo del musical, riuscendo però anche ad arricchirlo con altri generi letterari e teatrali che, se uniti abilmente, possono dare vita ad uno show che non è puramente intrattenimento, ma piuttosto una forma d’arte innovativa. Ci piacerebbe, quindi, che entrando a teatro venerdì sera, possiate essere coscienti del fatto che assisterete ad un’opera nata ed evoluta nel nostro territorio, ma anche che è uno spettacolo che non avreste potuto vedere altrove.

Troppo spesso ci si lamenta che la nostra città non è in grado di offrire stimoli culturali alternativi, ma fortunatamente ciò non è del tutto vero, perché ci sono tanti nostri concittadini che vogliono dare alla città uno stimolo culturale in grado di unire la tradizione che ci lega al nostro passato, con l’innovazione e le influenze esterne che possono solo arricchire il nostro contesto socio-culturale. Questa commedia, infatti, è la prova che generi, stili, passioni e interessi diversi possono dar vita a qualcosa di unico e inimitabile e che la cooperazione tra soggetti diversi può solo dare vita a nuovi stimoli: ad una rinascita culturale della nostra città e del suo territorio.

L’intervista. Noi della Fly Communications abbiamo deciso di ultimare questa carrellata di articoli di presentazioni su questa commedia con una breve ma bellissima intervista fatta a Giorgio Olori.

Com’è nata questa commedia? “La commedia è stata ideata e scritta in gran parte da mio padre Amedeo tra il 2000 ed il 2004. Poi dopo la sua prematura scomparsa è rimasta chiusa in un cassetto dello studio di casa. Io nel 2012 ho deciso di rispolverarla e di completarla nelle sue parti mancanti facendo l’epilogo e inserendo altri due momenti musicali. E’ nata da sempre come un piccolo musical in dialetto, forse è una novità per la prosa in dialetto ascolano”.

Perché è stata scritta in dialetto? “Mio padre, che ha sempre amato la nostra splendida città, raffigurandola nei suoi quadri, immortalandola nelle sue fotografie, raccontandola nelle sue poesie, negli anni 90 si è avvicinato proprio al dialetto ascolano. Si è documentato, ha fatto delle ricerche e ha iniziato a scrivere dei sonetti sui personaggi tipici della nostra tradizione popolare, da Barelò a Pampalì a Tromba. La passione per il dialetto da lì in poi è cresciuta e nel 2000 ha iniziato a scrivere il primo atto di questa commedia partendo proprio dal sogno dei famosi numeri: “Li nnummera a lu cundrarie”! La sera passavamo molte ore insieme a parlare della commedia, leggevamo dei passi, li commentavamo e cambiavamo… per me era come un piccolo gioco e pian piano il suo entusiasmo diventava il mio; il suo sogno, il “nostro sogno” era quello di riuscire a portare un giorno la commedia a teatro.

Come mai sono state aggiunte canzoni e coreografie? “Mio padre voleva dare sin da subito un ritmo alla commedia, inserendo delle poesie popolari che poi avrebbe voluto far musicare. Ma anche queste sono rimaste ferme lì nel cassetto senza un seguito. Io ho deciso di musicarle, inventando delle melodie “fatte in casa” senza una conoscenza musicale e poi grazie al talento del mio amico Massimo Albertini sono nate le canzoni che ascolterete durante lo spettacolo. Successivamente, una volta terminata la storia ho deciso di aggiungere due canzoni per dare importanza a due momenti fondamentali della commedia: il dialogo di Nazzareno con la Luna dove segue la canzone “Suogne” e il momento di disperazione di Teresa delusa dall’amore dove segue la canzone Ma che è st’amore nen lu sacce di”.

Che tipo di reazione ti aspetti da parte del pubblico? “Spero che il pubblico si diverta e viva la serata di venerdì come un momento di svago, di gioia e spensieratezza. Per me sarà una grande festa e la realizzazione di un sogno che si tramanda da padre in figlio”.

Hai altri progetti del genere per il futuro? “Per ora no, non so se sarò mai in grado di scrivere qualcosa di nuovo partendo da zero, però non si può mai sapere, come si dice “il destino ha molta più fantasia di noi”. Non dimentichiamo che questo progetto lungo e faticoso l’ho potuto portare avanti grazie all’aiuto di tanti veri amici che non smetterò mai di ringraziare. Sicuramente mi piacerebbe dedicare un settore della nostra associazione culturale, la Fly Communications, proprio al dialetto per avvicinare i ragazzi più giovani alla nostra bellissima tradizione popolare”.

Vi ricordiamo, quindi, di venire al Teatro Ventidio Basso venerdì 26 giugno alle 21:00, per assistere a questa commedia imperdibile. Info biglietti: biglietteria del teatro (Piazza del Popolo – AP – 0736.244970) oppure inviare una mail alla Fly a questo indirizzo: info@flycommunications.it. Le nostre attività e i nostri spettacoli però non finiscono qui, perciò continuate a seguirci su questa rubrica online del mercoledì e sul mensile Piceno33.

 

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