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ASCOLI PICENO – Nel 1850 il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach sostenne:L’uomo è ciò che mangia”. Questo concetto per un certo periodo è stato trascurato, ma oggi è tornato sulla cresta dell’onda culturale. Lo hanno sempre custodito nella loro coscienza, invece, i componenti dell’Accademia Italiana della Cucina fondata a Milano nel 1953 da Orio Vergani. Proprio perché la cucina è “una delle espressioni più profonde della cultura di un Paese: è il frutto della storia e della vita dei suoi abitanti, diversa da regione a regione, da città a città, da villaggio a villaggio”, sabato 10 ottobre la delegazione di Ascoli Piceno terrà presso l’auditorium “E. Neroni” di Ascoli Piceno il convegno L’oliva ascolana quale elemento qualificante di una gastronomia territoriale nella prospettiva del vasto mercato europeo.

L’ACCADEMIA – Il 29 luglio del ‘53 un gruppo di amici costituì l’Accademia Italiana della Cucina nel ristorante dell’Hotel Diana a Milano. I fondatori sapevano che stavano per assumersi un compito basilare nella salvaguardia dei principi della tavola italiana ed hanno iniziato a lavorare sodo per esercitare al meglio questa missione costituita da 5 punti fondamentali:  1. studiare i problemi della gastronomia e della tavola italiana ed operare affinché siano promosse iniziative idonee a sostenere la conoscenza della tradizione culinaria; 2. incoraggiare tutte quelle idee che, garantite da una ricerca storica, possono contribuire a valorizzare la cucina nazionale in Italia e all’estero; 3. favorire la conoscenza presso la pubblica opinione di quegli esercizi, in Italia e all’estero, che rispettano le peculiarità della cucina nazionale, regionale e locale; 4. conferire riconoscimenti a chi opera per il raggiungimento degli scopi istituzionali. Da sessant’anni l’Accademia, organizzata in Delegazioni territoriali – ad oggi 216 in Italia e 74 all’estero, con circa 7.500 associati – lavora alacremente e nel 2003 il Ministero per le Attività e i Beni culturali le ha conferito il titolo di “Istituzione culturale”.

OLIVA ASCOLANA DEL PICENO – Come sostiene l’Accademia: “La cucina racconta chi siamo, riscopre le nostre radici, si evolve con noi, ci rappresenta al di là dei confini. La cultura della cucina è anche una delle forme espressive dell’ambiente che ci circonda, insieme al paesaggio, all’arte, a tutto ciò che crea partecipazione della persona in un contesto. È cultura attiva, frutto della tradizione e dell’innovazione e, per questo, da salvaguardare e da tramandare”. Pertanto va ricordato che la denominazione d’origine protetta “Oliva Ascolana del Piceno” è riservata alle olive, in salamoia o ripiene che rispondono a particolari requisiti colturali, territoriali, organolettici, visivi, olfattivi, gustativi, microbiologici, fisici e ovviamente a determinati metodi di ottenimento, lavorazione e conservazione. Oltre a questo, bisogna conservare nella memoria gli elementi storici, i quali ci raccontano che le ulivae picenae erano conosciute già in epoca romana. Le prime notizie circa la farcitura dell’oliva, tuttavia, risalgono al Seicento, quando venivano denocciolate e riempite di erbe. La ricetta che noi oggi conosciamo con farcitura a base di carni, invece, risale al XIX secolo.

IL CONVEGNO – Il convegno L’oliva ascolana quale elemento qualificante di una gastronomia territoriale nella prospettiva del vasto mercato europeo avrà luogo il 10 ottobre a partire dalle ore 9 per ripercorrere non solo la storia dell’oliva ascolana del Piceno ma anche quella dei suoi derivati gastronomici e per analizzare le strategie di marketing più idonee alla sua valorizzazione nella prospettiva comunitaria. Interverranno l’ing. Andrea Gentili – Delegato della Provincia di Ascoli Piceno; il dott. Francesco Lucidi – consulente per le politiche europee e già Presidente dell’Ordine dei Dottori Agrari e Forestali della Provincia di Ascoli Piceno; l’avv. Fabio Gengarelli, già dirigente della Commissione Europea ed esperto di diritto agroalimentare; il prof. Leonardo Seghetti – Presidente del Consorzio di Tutela e Accademico nazionale dell’olio e dell’olivo; il dott. Mario Mauro Mariani – angiologo e nutrizionista di Rai1; il prof. Giuseppe Benelli – Presidente del Premio Bancarella e docente di Filosofia Teoretica e del linguaggio all’università di Genova.

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