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ASCOLI PICENO – Il sindaco Guido Castelli e il già sindaco del Comune di Ascoli Piceno, Piero Celani, hanno voluto rispondere all’accusa dell’on. Luciano Agostini (PD), il quale la settimana scorsa ha dichiarato di non poter definire quanta opacità ci sia stata nella vicenda che ha visto protagonista il Polo Universitario. Per l’esponente del PD è stato un episodio talmente imbrogliato e complicato che forse nemmeno Cantone riuscirebbe a ricomporre. Fatto sta che sono stati impiegati sedici anni per la sua realizzazione e le strutture destinate a servizi come la mensa e lo studentato non sono state ancora predisposte.

L’8×1000 – Ha aperto la conferenza stampa in risposta all’on. Agostini il sindaco Guido Castelli, il quale ha affermato di aver registrato un’esternazione che francamente lo ha lasciato basito. Difatti, facendo riferimento al consiglio di accedere ai fondi dell’8×1000 per ultimare i lavori inerenti il Polo Universitario, Castelli ha paragonato tale indicazione strategica a un gioco d’azzardo. Inoltre ha puntualizzato che lo stanziamento di fondi per programmi di edilizia scolastica, universitaria e formativa è stata esclusa dall’8×1000 attraverso il ddl “La buona scuola”.

IL RIEPILOGO DI CELANI – Piero Celani, sindaco di Ascoli Piceno dal 1999 al 2009, ha esordito sostenendo che la Regione Marche non ha stanziato nessun fondo per il compimento del Polo Universitario. Per questo motivo ha voluto ripercorrere le vicissitudini legate ai lavori di ristrutturazione. “La prima cosa che non è passata correttamente attraverso la stampa” ha asserito Celani “è che i primi fondi stanziati per il Polo Universitario, 4,1 miliardi di lire erogati in due trance, erano soldi del bilancio, frutto del protocollo di intesa fatto con Maresca nel ’99, in cui era previsto l’acquisto dell’ex-Mazzoni valutato 11 miliardi di lire. Per realizzare quest’importante opera cittadina furono utilizzati di fatto i fondi di stato del CIPE (comitato interministeriale per la programmazione economica) che venivano dati al territorio per opere strategiche. Il programma integrale di intervento nacque per dotare il Polo di quei servizi che erano ausiliari alla didattica, come ad esempio lo studentato, la mensa e la biblioteca e poi per dare completezza al progetto e maggiore ricchezza al territorio. A questo punto il PD fece fuoco di sbarramento verso tale programma e così lo trasformammo in un project financing, ma la situazione peggiorò e un’opposizione ostinata per questioni prettamente politiche, fece esposti, interrogazioni e denunce all’autorità di vigilanza. A fine agosto del 2009, appena insediato il sindaco Castelli, il comitato di valutazione della giunta regionale presenziata da Gian Luigi Spacca chiuse definitivamente la possibilità di intervenire economicamente. Siccome di recente la Regione si è inventata a torto o a ragione la rivisitazione degli ERSU che saranno centralizzati, in quanto commissariati, adesso deve trovare i fondi di bilancio per finanziare tutte le opere accessorie a sistema della didattica e li deve trovare anche per Ascoli. Se l’on. Agostini che fino a adesso è stato uno stopper incredibile per questo territorio volesse recuperare, si dia da fare con i suoi amici anconetani affinché nel prossimo bilancio si mettano in conto le spese di completamento. Di fatto non chiediamo fondi per le aule ma per i servizi che andranno ad aiutare gli studenti e le loro famiglie in un momento di difficoltà. Ci pensi l’ERSU regionale e vediamo da che parte sta il PD”. Celani ha concluso sostenendo che per finire i lavori di ristrutturazione dell’ala nord e dell’ex reparto di maternità servirebbero circa 5 milioni di euro.

L’INTERVENTO DI CASTELLI – Per il sindaco Guido Castelli la giusta strada per terminare i lavori inerenti il Polo Universitario è quella che passa attraverso l’ERSU regionale. La giunta comunale farà riferimento soprattutto a questo ente per la ristrutturazione dell’ex reparto di maternità, dove si vuole realizzare la mensa e lo studentato, due servizi di competenza prettamente dell’ente regionale al diritto allo studio. Esiste poi un secondo problema legato alla riqualificazione del lato nord, meno funzionale alla didattica e per il quale la spesa di restauro è tanto alta che il Comune non ha autonomamente la forza finanziaria per sostenerla. Questa impossibilità è dovuta anche al fatto che sono già stati stanziati dei fondi, dapprima con l’amministrazione Celani mediante 4,1 miliardi di euro e poi con la sua per 1,3 milioni di euro. Inoltre l’intervento della Regione sarà indispensabile perché dal 1 gennaio 2016, a causa della nota legge Delrio, non sarà più presente la Provincia all’interno del Consorzio Universitario Piceno. Pertanto i Comuni di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e di Folignano si dovranno fare carico dell’intero sistema universitario. Tutte le questioni legate all’istruzione superiore e universitaria non saranno più di competenza provinciale, ma regionale. Con la perdita della Provincia ci si troverà con 660.000 € all’anno in meno che erano già destinati alla gestione del CUP. Castelli ha completato il proprio intervento dicendo ad Agostini e all’amministrazione regionale: “Se non ci date nulla per il CUP, almeno garantite il ristoro di quella parte degli investimenti di cui abbiamo bisogno per completare il polo. Abbiamo chiesto al prof. Losco di redigere un progetto e abbiamo già convenuto che l’Università si renderà disponibile a curare la progettazione delle parti restanti. Stiamo per formalizzare questo incarico che sarà gestito autonomamente e domesticamente all’interno dell’Università”.

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