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ASCOLI PICENO – Un regalo locale e di cultura. Il suggerimento arriva da Librati, la casa editrice della libreria Rinascita che per questo Natale 2015 propone ben quattro libri in uscita: “In nome di Dio madre” di Alessandro Centinaro, “Ipnosi d’amore” di Franco Stracci, “Le pietre ascolane e il loro richiamo simbolico” di Renzo Roiati e “Lu sole esce pe’ tutte, la matìna” di Stanislao Aleandri. “Si tratta di quattro nuovi libri, molto importanti per Librati – ha detto alla stampa Emidio Giovannozzi, direttore editoriale di Librati Editrice – accanto a queste novità, abbiamo altri titoli che consiglio personalmente, magari per un regalo di Natale a chilometro zero: sicuramente Grafia, diventato un bestseller, così come i libri di Carla Pillot, la nostra autrice più fedele e l’ultima raccolta di poesie di Carlos Sanchez che sta facendo il giro del Sud America in versione ebook”.

“IN NOME DI DIO MADRE” – Il libro di Alessandro Centinaro è nuovo ma tratta un tema antico quanto l’uomo, pur se non antico quanto il mondo. La figura del divino, che non è anteriore al sorgere della coscienza umana, e che è stata fonte sia di sicurezza  che di paura, si riconfigura a seconda di come la stessa coscienza umana amplia i propri orizzonti: di certo oggi Dio non fa più paura, almeno a quella parte dell’umanità che può definirsi colta e civile, ma è pur vero che fonte di paura può esser anche l’idea di un cielo vuoto. Ma cos’è un cielo vuoto, cos’è il vuoto? Forse proprio in quel vuoto è l’essenza dell’unica divinità concepibile, come in questo libro si cercherà di spiegare: si cercherà quindi di spiegare perché quella di cui parleremo è l’unica divinità pensabile secondo scienza e coscienza. La coscienza è ciò che ci rende liberi, se pur dolenti. Non potremmo abdicare alla coscienza neppure in nome di un protettivo e potente Dio-Persona: se un albero della conoscenza vi è, l’uomo è fatto non  per dormitare all’ombra divina della sua chioma, ma per scavarne le radici, così come per ascenderne i rameggi. Proviamo dunque ad ascendere, trasalendo, queste rampe di rami stagliate contro il silenzio azzurro dei cieli… e forse la salita sarà più facile della discesa, sapendo che una volta colto un traguardo, è ben difficile che la coscienza regredisca.

“IPNOSI D’AMORE” DI FRANCO STRACCI – La vita di Mattia viene letteralmente sconvolta dall’irruzione nella sua vita di due donne: Nichita e Chiara. In particolare gli intrecci della relazione con Nichita si dipanano tra avvincenti atmosfere di forte tensione emotiva, avvolte al contempo da mistero e filtrate dalla fusione di sogno e realtà: una magia aleggia intorno al loro rapporto. In realtà lui insegue l’elemento fatato di questa storia anche quando prova a dimenticarla autosuggestionandosi, in alcuni casi, nell’altrettanto splendido rapporto che ha con la ragazza di Rimini: Chiara, che vive il suo legame con lui in costante abbrivio fino a uno sconcertante finale in cui Mattia dovrà fare i conti con un’ormai esasperante situazione, resa ancora più complessa da un duplice stato di condizionamento mentale. L’amore, quando è vero amore, non nasce per caso e non sai neanche spiegarlo, perché qualcosa d’irrazionale segue la scia dei colori che illuminano la tua anima e ti guidano verso la magia del sogno…

“LE PIETRE ASCOLANE E IL LORO RICHIAMO SIMBOLICO” DI RENZO ROIATI – Un “lavoro complesso e ricco di collegamenti agili e intriganti tra storia major e storia locale, brani letterari e citazioni, immaginario fantastico e dettagli inaspettati, ci fa percorrere come in un tour virtuale le strade di Ascoli alla scoperta di particolari spesso sorprendenti”, ha detto Adriana Cipollini.

“LU SOLE ESCE PE’ TUTTE, LA MATÍNA” DI STANISLAO ALEANDRI – L’autore nella presentazione del libro ha detto: “ci sono diverse persone a cui potrei dedicare questa mia pubblicazione, il titolo è una frase che amava ripetere spesso mio padre, ma l’ascolanità e il dialetto li ho appresi, in tutta la loro schiettezza, dalla gente della strada che frequentavo nella mia prima gioventù. (…) Frasi, parole, modi di dire che, ad averli appuntati, avrei un tesoro immenso da custodire e tramandare… Ma chi ci pensava, allora, che sarebbe cambiato tutto? Oggi il dialetto in uso in città non è certo quello che si parlava allora, ma va bene cosí, tutto si evolve; oggi il dialetto è cambiato, come allora era cambiato rispetto a 50 anni prima… Chissà come si parlava in Ascoli nell’800…» (dalla presentazione dell’autore”.

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