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Grazie al successo ottenuto in sala il 12 e 13 gennaio, l’episodio speciale della seguitissima e acclamata serie prodotta dalla BBC con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, rispettivamente nei ruoli di Sherlock Holmes e del dottor Watson, verrà replicato al cinema solo il 10 febbraio in lingua originale.

Questa ‘puntata’ è soprattutto un modo per i fan di ingannare la lunga attesa tra una stagione e l’altra. Le riprese della quarta avranno inizio quest’anno e verrà trasmessa non prima del 2017. Una lunga pausa dal 2014, anno dell’ultima puntata di Sherlock.

I produttori, Mark Gatiss e Steve Moffat hanno deciso di intraprendere una strada secondaria per questo episodio, diversa da come hanno strutturato finora la serie. Innanzitutto l’ambientazione; i due protagonisti vestono per la prima volta i panni originali così come Arthur Conan Doyle li aveva concepiti, ossia nell’epoca vittoria, precisamente nel 1895.

Ma se l’arco temporale ha subito una variazione questo non intacca minimamente lo spirito e lo humor che hanno contraddistinto la serie in questi anni. Il genio di Sherlock e i suoi scambi con il Dottor Watson rimarranno dunque invariati. L’alchimia venutasi a creare tra Cumberbatch e Freeman nel corso degli anni è una vera e propria gioia per gli appassionati, non solo della serie ma anche del personaggio di Doyle. La tendenza alla misoginia, e la sprezzante derisione che Sherlock ostenta verso il resto del mondo non mettono in ombra il suo indubbio fascino e il suo genio. Il Dottor Watson d’altro canto non avrà l’acutezza mentale del detective, ma ha il dono di saper essere un degno antagonista; spiritoso, ironico anche verso lo stesso Sherlock, ma capace di intuizioni e coraggio. Sbagliato a considerarla una semplice amicizia; si viene a creare una sorta di ‘matrimonio’; con screzi, litigi, ma anche silenzi che solo loro sanno cogliere.

Diretto da Douglas Mackinnon, nuovo alla serie, ma già avvezzo alle puntate fuori stagione (dato che girato lo speciale natalizio di Doctor Who), l’episodio a differenza degli altri, non è ispirato ad alcun racconto di Doyle, ma è totalmente inventato. Il titolo fa riferimento ad una battuta di uno dei racconti del celebre investigatore, “ Il Cerimoniale dei Musgrave”, contenuto nella raccolta “Le memorie di Sherlock Holmes”. Egli menziona a Watson il caso di “ Ricoletti dal piede equino e la sua abominevole moglie”.

La trama prende il via con la morte della vedova Ricoletti. La donna, nel giorno del suo anniversario di matrimonio, dopo aver sparato diverse volte dal suo balcone vestita da sposa, ripetendo le parole ‘Tu, o Io??’ si toglie la vita davanti agli occhi dei passanti. Ma la notte seguente anche suo marito perde la vita, e stando al racconto dei testimoni a premere il grilletto sarebbe stata proprio la moglie defunta.

Per Scotland Yard è un mistero senza spiegazione, contornato da una buone dose di sovrannaturale. Ma per Sherlock Holmes è un caso concreto e reale, un semplice delitto che può essere smascherato con il suo ingegno. D’altronde, eliminando quello che è impossibile non resta che la soluzione.

Inizia così lo strano e inquietate caso dell’abominevole sposa, che porterà i 2 protagonisti, avvolti nella nebbia londinese, ad inseguire e fermare un’avversaria apparentemente già morta.

Una trama ben scritta e attori affiatati hanno reso quest’attesa meno dolorosa. Nonostante fosse un racconto creato dal regista e non nato dalla penna di Doyle la storia calza come un guanto nelle vite dei personaggi e malgrado l’assenza della Londra contemporanea, tratto caratteristico di Sherlock, l’epoca vittoriana ha donato un certo fascino all’Abominevole Sposa.

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E sebbene si possa quasi facilmente intuire l’epilogo non dobbiamo lamentarcene. Infondo come è solito ripetere Sherlock Holmes ‘ è elementare!’.

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