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ANCONA – L’export agroalimentare marchigiano cresce del 13 per cento nel 2015, raggiungendo quota 368 milioni di euro, record storico per la nostra regione, anche se aumentano pure le importazioni dall’estero (+9 per cento). A sottolinearlo è la Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi alle esportazioni delle regioni italiane nell’anno appena trascorso. Le vendite di cibo Made in Marche si consolidano sul mercato europeo (+4 per cento), che resta il principale sbocco commerciale dei nostri prodotti, arretrano negli Stati Uniti ma crescono sul mercato asiatico.

EXPORT – “Nonostante gli ottimi risultati fatti registrare in questi anni sul fronte delle esportazioni di prodotti agroalimentari, il saldo della bilancia commerciale, cioè la differenza tra quanto importiamo e quanto vendiamo all’estero, resta però negativo per circa 80 milioni di euro – sottolinea il presidente di Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante -. Abbiamo dunque bisogno di regole diverse che garantiscano la qualità dell’alimentazione e la trasparenza dell’informazione ai consumatori, con l’obbligo dell’etichetta d’origine. In tutto ciò non aiutano ovviamente scelte come quella dell’Europarlamento di dare il via libera al nuovo contingente a dazio zero di olio tunisino, con il rischio del moltiplicarsi di frodi a danno di produttori e consumatori”.

COLDIRETTI – Il dato dell’export agroalimentare va comunque in controtendenza rispetto alla diminuzione dell’export complessivo regionale che perde il 2,3 per cento rispetto all’anno precedente. Un risultato dovuto, soprattutto, alla perdita di quote di mercato in Russia, dove nel 2015 l’embargo è costato al settore manifatturiero marchigiano (industria, artigianato, ecc.) ben 180 milioni di euro, con il crollo del valore delle esportazioni da 600 a 420 milioni di euro.

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