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Cari risparmiatori creativi, parliamo di lavoro: dovete sapere che nel 1999 è apparso per la prima volta il termine neet, l’acronimo di not in education, employment or training. Oggi vengono così denominati quasi due milioni e mezzo di ragazzi italiani che non studiano, non hanno un’occupazione e sono talmente sfiduciati dall’odierna situazione socio-economica da non provare nemmeno a cercarla. Tiziana De Giorgio in un recente articolo di Repubblica ha ribadito con amarezza: “Fino al XX secolo questa voce non esisteva. Attualmente è usata da tanti istituti di ricerca per raccontare una deriva talmente grande – anche in termini di perdite economiche e di spreco di capitale umano – da spingere più studiosi a parlare di generazione perduta”. Si tratta del 66% di giovani italiani compresi tra i 18 e i 34 anni che si sentono schiacciati dal presente, soffocati dall’impossibilità di progredire dignitosamente, depressi dall’immobilità esistenziale, addolorati e mortificati per aver spento il sogno evolutivo ereditato dai padri. Quest’anno, purtroppo, il 1 maggio verrà festeggiato da un numero sempre più basso di italiani e questa mancata condivisione, andrebbe vissuta come un lutto. È un peccato imperdonabile, tuttavia, estinguere anche le ultime favelle.

IL MOTTO DELLA SETTIMANA – Nel 1981 il Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini, in occasione del messaggio di fine anno rivolto ai suoi connazionali, affermò: “Io credo nel popolo italiano. È un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo”. Questo non è un motto, ma un augurio. Spero che per ognuno di noi si schiuda un periodo più remunerativo sia da un punto di vista economico sia professionale, così da poter tornare a progettare con serenità il perno su cui si basa il nostro Paese: la famiglia.

PERSONAL BRANDING – ME AND SHARING ECONOMY – Venerdì 29 aprile alle ore 15 presso il Palazzo Kursaal di Grottammare continua il progetto L’arte di credere in se stessi con l’incontro dal titolo Personal Branding – Me and Sharing Economy, con “l’obiettivo di aiutare le persone a investire le proprie risorse nella vita e nel lavoro, tenendo fede a principi di autenticità e solidarietà”. Questa volta l’appuntamento verterà sulle persone colpite dalla sindrome di Moebius, le quali non possono fare smorfie, aggrottare le sopracciglia, arricciare il naso. Ma, soprattutto, non possono sorridere. Gli organizzatori a tal riguardo hanno scritto: “Se la resilienza è la capacità di superare gli ostacoli e di rimanere motivati nel perseguire i propri obiettivi, la storia umana e professionale di Cristina Faragli, affetta da sindrome di Moebius dalla nascita, è senz’altro un esempio di come l’essere umano possa interpretare grandi difficoltà come una sfida e un’opportunità piuttosto che come una minaccia”. L’incontro con Cristina Faragli, autrice di un sorprendente libro autobiografico pubblicato negli Stati Uniti, è organizzato dal formatore Tommaso La Selva che ha ideato il progetto Tillandsia, il quale ha lo scopo di finanziare dal basso, sollecitando il concetto di responsabilità sociale delle imprese profit, importanti progetti formativi che possano essere d’aiuto a nuovi e consapevoli operatori economici del territorio. Hanno inoltre collaborato alla realizzazione dell’appuntamento l’Amministrazione Comunale di Grottammare (Assessorato alla Formazione e ai Talenti; Politiche del Lavoro e contro la crisi), con l’Associazione Paese Alto, l’Associazione Culturale Blow-up e l’Informagiovani di Grottammare-Acquaviva-Ripatransone-Cupramarittima. Insieme vogliono ricordare che “ogni sorriso è una vittoria”. Partecipazione gratuita con tessera 2015-2016 dell’Associazione Blow-up. Per informazioni: 380-6421779 – tommaso.laselva@gmail.com.

E FU LA VOCE – Sta per uscire il penultimo numero di UT 2015/16. Bisogna sapere che: “UT non è solo una rivista bimestrale d’arte e fatti culturali. È un mondo (a parte). Non significa solo affinché. Non è solo Do. Non l’acronimo di Universal Time. È l’arte grafica che coniuga se stessa con la poesia, la letteratura, la fotografia, l’illustrazione, l’oggettistica e, quando si presenta al pubblico, con la musica e il teatro. UT è un mondo che parte da lontano, dalla tradizione dell’arte della stampa, della plaquette, del rigore estetico e formale dell’artigianato artistico italiano, unico e inarrivabile. Nata nelle Marche sette anni fa, UT non poteva prescindere dalla scuola dell’incisione di Urbino, quella famosa in tutto il mondo, l’istituzione che ha creato generazioni di mastri stampatori e tecnici cartai. Il resto l’ha fatto una concezione moderna del comunicare l’arte”. La presentazione del n. 53 della rivista avverrà venerdì 29 aprile alle ore 18 presso la Biblioteca Comunale “Giuseppe Lesca” di San Benedetto del Tronto in forma gratuita. La redazione ha annunciato che questa volta verrà trattata la voce, quella fuori, quella dentro e per farne sentire una d’attore, Salvo Lo Presti (attore e redattore di UT che di recente ha vinto il premio come miglior attore protagonista in occasione della IX edizione di Ascolinscena), ci regalerà una piece teatrale degna di chi vorrà intervenire, quindi, magistrale. Ci sarà inoltre la lectio magistralis del Maestro Vincenzo Di Bonaventura sull’uso della voce. Una rarità, un must. Saranno con noi, di persona o con gli scritti: Anna Elisa De Gregorio, Alessandra Morelli, Anna G. Kalcich, Azzurra D’Agostino, Carlos Sànchez, Emanuele Feliziani, Enrica Loggi, Giampietro De Angelis, Isabella Franchellucci, Luca Olivieri (opera), Mariagrazia Maiorino, Mario Narducci, Martina Luce Piermarini, Roberta Lazzarini, Sacha Naspini, Salvo Lo Presti, Theocharis Bikiropoulos, Victoria Esposito. L’editoriale di Massimo Consorti, il sottobicchiere di Francesco Del Zompo, il corsivo di Alceo Lucidi, l’elzeviro e la vignetta di Giuseppe Piscopo, la foto di Dante Marcos Spurio, Prima era rima di Michele Ortore. Un ringraziamento particolare alla Biblioteca Comunale “Giuseppe Lesca” e al nostro partner La dispensa del contadino. Prenotate la vostra copia al prezzo di € 15 scrivendo a: redazione@letteraturamagazine.org.

PREMIO VERDESI – Pablo Picasso sostenne: “A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino” poiché è nella sua purezza l’essenza dell’esistenza umana. Di certo hanno ricordato questa citazione coloro che domenica 1 maggio alle ore 15 presso la Galleria Verdesi di Ascoli Piceno, in via delle Canterine 45 premieranno i 30 bambini vincitori della mostra concorso Procopio e i bambini illustrano Esopo. Morali immaginate. I premi saranno consegnati dal maestro Pino Procopio e da Giovanni Muciaccia che coinvolgerà i ragazzini in un originale laboratorio ispirato ad Art Attack. Va senz’altro ricordato che fino al 31 maggio 2016 la galleria offrirà l’opportunità di visitare gratuitamente la mostra che racconta 30 favole di Esopo attraverso il pennello e la mente di una artista visionario e ironico come Pino Procopio. Al suo nome e alle sue opere saranno uniti 30 disegni di piccoli artisti delle scuole di Ascoli Piceno, che tra i tantissimi partecipanti, sono stati scelti quali vincitori del concorso. “Questo progetto espositivo, nato dalla volontà di unire arte e letteratura, di muoversi verso un’ambiziosa idea di alfabetizzazione emotiva in cui coinvolgere i bambini (realizzata in collaborazione con BIm Tronto, Primigi store, F.lli Spinelli, Graziano Ricami, Fainplast) offre al pubblico l’opportunità davvero straordinaria di veder convivere arte, storia, letteratura e futuro – attraverso i bambini – e ricevere da tutti validi spunti riflessivi, oltre che immancabile godimento estetico. Mostra a cura di Barbara Felci. Progetto grafico di Barbara Felci e Nazzareno Verdesi, che hanno ideato anche l’immagine coordinata di tutta la comunicazione. Completa la mostra un catalogo edito da Verdesi Art Group. Su un video, a cura di Francesco Rapicano, potranno essere letti i testi delle favole”. Bisogna infine sapere che la Galleria d’arte Verdesi nasce nel 2007 quando il gallerista Nazzareno Verdesi decise di dare nuova vita alla galleria La Mimosa, quest’ultima, presente sul territorio dal 1985. Grazie all’esperienza pluridecennale del titolare, sia nell’organizzazione di mostre che nella realizzazione di grafiche d’autore, la galleria è divenuta nel tempo un sicuro ed autorevole punto di riferimento nel nostro paese; tanto da vantare già dal 2008 una seconda sede espositiva a S. Benedetto del Tronto. Per info: info@verdesiartgroup.it – Tel. 0736 253301.

HARMONY LIVE – Domenica 1 maggio a partire dalle ore 12 riaprirà lo chalet Bijou, concessione n. 35 di San Benedetto del Tronto. In quest’occasione di festa verrà offerto un buffet di benvenuto, ma soprattutto si potrà cantare e ballare in compagnia dei giovani componenti del gruppo Harmony. Valentina Astolfi ha spiegato che si tratta di una band nata da poco, ma densa di entusiasmo e passione. È composta da due cantanti, lei e Chiara Torzolini, e poi da un eccellente pianista che è Stefano Orsini. “Abbiamo fondato Harmony di recente, ma suoniamo insieme da tanti anni, in quanto appartenenti alla stessa scuola di musica. Il nostro genere è principalmente pop ma spaziamo tantissimo tra la musica meno recente e quella degli ultimi momenti, proponendo il più possibile arrangiamenti diversi”. Dal momento che per Johann Wolfgang Goethe “non basta volere, bisogna anche fare”, questi ragazzi sono un esempio della nuova generazione volitiva e intraprendente e vanno fermamente sostenuti. L’ingresso sarà gratuito.

ARCIMBOLDO – Decisamente curioso l’evento che coinvolgerà la città di Ascoli Piceno domenica 1 maggio alle ore 18 presso la Sala Cola dell’Amatrice. L’associazione L’albero della consapevolezza presenterà La pittura alchemica dell’immortalità. Le parole d’introduzione all’evento sono davvero intriganti: “Se uno dei più grandi pittori del Cinquecento italiano avesse lasciato dei messaggi in codice celati all’interno dei suoi quadri, sareste in grado di comprenderli e svelarli? Vertumno è un dipinto di Giuseppe Arcimbòldi del 1590, raffigurante l’imperatore Rodolfo II d’Asburgo come il dio romano della metamorfosi. Diverse serie di quadri sono arrivate fino a noi, e molti studi sono stati fatti intorno ai loro significati nascosti. Ma mai nessuno prima di Michele Proclamato aveva scavato così a fondo nelle opere di questo grande artista: attraverso ricerche in archivi e celebri biblioteche ci farà rivivere il percorso che lo ha portato a svelare i misteri e i messaggi che Arcimboldo ha celato con maestria all’interno delle sue tele. Un tassello alla volta, intuizione dopo intuizione, le risposte verranno alla luce, e diverrà chiaro come tutte le opere del grande pittore siano parte di un unico, grande disegno”. L’ingresso sarà gratuito.

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