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ASCOLI PICENO – Può considerarsi chiusa la vicenda giudiziaria legata all’omicidio di Melania Rea. La Cassazione ha respinto il nuovo ricorso della difesa per concessione delle attenuanti generiche a Salvatore Parolisi, il marito ritenuto responsabile dell’uccisione della donna.

LA CASSAZIONE – E’ confermata, dunque, la condanna a 20 anni di reclusione per l’ex caporalmaggiore dell’esercito. I difensori di Parolisi non si fermeranno qui. I due avvocati ritengono che il processo a Parolisi è stato aperto con molti dubbi e incertezze. Non si esclude un ricorso alla Corte europea di Strasburgo chiamata a stabilire se Parolisi ha subito un giusto processo.

LA VICENDA – Melania Rea è stata trovata morta, all’età di 28 anni. Dopo due giorni di ricerche, il 20 aprile 2011 è avvenuto il ritrovamento nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto. L’ultima volta in cui è stata vista era a Colle San Marco con il marito, Salvatore Parolisi, e la figlia di 18 mesi. Il corpo della donna è stato ritrovato a seguito di una telefonata anonima partita da una cabina telefonica di Teramo.

LA CONDANNA – L’ex caporalmaggiore è stato condannato in primo grado all’ergastolo, la Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ha ridotto la pena a 30 anni. Il 27 maggio dell’anno scorso la Corte d’Assise di Perugia ha ridotto la condanna da 30 a 20 anni di reclusione, senza però riconoscere le attuanti generiche. La sentenza oggi è definitiva. Parolisi è stato arrestato il 19 luglio del 2011 e attualmente si trova nel carcere militare di Santa Maria Capua a Vetere e si è sempre proclamato innocente.

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