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ANCONA – Inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad altra radioattività, impedimento del controllo, omessa bonifica. Sono questi i nuovi ecoreati previsti dalla legge 68/2015 in materia di reati contro l’ambiente al centro del convegno che si è tenuto ad Ancona. Al convegno, organizzato da Unioncamere Marche, in collaborazione con Legambiente e Libera, hanno partecipato anche il presidente di Unioncamere Marche Graziano Di Battista, il comandante regionale del Corpo forestale dello Stato Cinzia Clementina Gagliardi e Enrico Fontana della segreteria nazionale Legambiente. Il dibattito è stato moderato da Paola Senesi, referente di Libera per le Marche.

NELLE MARCHE – La nostra regione si piazza al dodicesimo posto nella classifica regionale dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti del 2014, con 183 infrazioni accertate, 192 denunce e 78 sequestri. Si tratta di violazioni gravissime che ledono la salute dei cittadini e gli interessi delle imprese marchigiane oneste, che subiscono la concorrenza sleale di chi abbatte i costi aziendali violando le norme sull’ambiente e la sicurezza. Nella classifica regionale dell’illegalità nel ciclo del cemento, le Marche sono tra le regioni virtuose: al quindicesimo posto con 129 infrazioni accertate, 209 denunce e 17 sequestri. Lontane da Campania (835 infrazioni), Calabria (700) e Puglia (598). Non siamo nemmeno una regione di piromani. Appena 7 incendi dolosi nel 2014 che ci vedono al terzultimo posto tra le regioni italiane, appena sopra il Trentino e la Valle D’Aosta. Siamo invece messi peggio per quanto riguarda i furti e il traffico illegale di opere d’arte. Nella classifica dell’arte rubata siamo all’ottavo posto con 4p0 furti di opere d’arte scoperti nel 2014 dalle forze dell’ordine. Infine i reati contro il patrimonio faunistico. Tra bracconaggio, allevamenti illegali, macellazioni in nero e combattimenti clandestini sono state 339 le infrazioni accertate nelle Marche, che ci posizionano esattamente a metà nella classifica regionale dell’illegalità contro la fauna.

IL BUSINESS PIU’ REDDITIZIO – Lo smaltimento illegale di rifiuti industriali è il più pericoloso campo d’attività delle ecomafie e uno tra i business illegali più redditizio. Anziché essere trattati e gestiti secondo le norme, che ne assicurano lo smaltimento in regime di sicurezza ambientale e sanitaria, i rifiuti speciali in questi casi vengono nascosti avvelenando così l’aria, contaminando le falde acquifere, inquinando i fiumi e le coltivazioni agricole, minacciando la salute dei cittadini, contaminando con metalli pesanti, diossine e altre sostanze cancerogene i prodotti alimentari. In questo racket, insieme alle mafie, agiscono i manager delle aziende, faccendieri, amministratori locali e tecnici senza scrupoli che insieme costituiscono una vera e propria associazione criminale.

LA GUARDIA DI FINANZA – Nel 2015 il Corpo Forestale dello Stato ha effettuato 35 mila controlli per la prevenzione e repressione dei reati ambientali. Sono stati accertati 361 illeciti penali, denunciate 308 persone e contestati 1.893 illeciti amministrativi.

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