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Dimenticate il vecchio costumino leopardato e l’ormai vecchio e stantio urlo che accompagnava le gesta e i salti da una liana all’altra (“ Ah- ahaha- ahaha- ah!” ). L’uomo scimmia, personaggio creato dalla fantasia di Edgar Rice Burroughs nel 1914, e anche icona animalista è arrivato in sala in una versione sofisticata e tecnologica, con gli animali creati interamente al computer. The Legend of Tarzan, in Italia dal 14 Luglio, costato più di 180 milioni di dollari, porta la firma del regista David Yates (famoso per aver girato 4 film di Harry Potter).

Nel nuovo adattamento la storia ha inizio nella Londra vittoriana, con il protagonista in abiti da Lord inglese. Molti anni dopo essere stato allevato dalle scimmie in Congo dovrà tornare insieme alla moglie Jane nella giungla dove è cresciuto su richiesta del Primo Ministro inglese.

Nel ruolo di Tarzan troviamo Alexander Skarsgard ( il tenebroso e mai dimenticato Eric della serie True Blood), Jane è Margot Robbie, ormai nastro nascente ad Hollywood ( e ad agosto protagonista di Suicide Squad), mentre il cattivo è interpretato dal 2 volte premio Oscar Christoph Waltz. Questa volta il protagonista non ha nulla dei vecchi film che lo hanno preceduto. Dal 1920 Hollywood ha concesso largo spazio all’uomo scimmia, concedendogli film parodie ( George il re della giungla…? del 1997) fino al cartone Disney del 1999, senza dimenticare nel 1984 l’incursione di Christopher Lambert.

Il film di Yates non è quindi uno stravolgimento, dalla natura alla città, in cui Tarzan è alle prese con un mondo a lui sconosciuto, ma un ritorno alla natura, alle sue radici, alla sua vita prima di Jane. Procedendo a rovescio The Legend of Tarzan abbandona vecchi cliché per intraprendere nuove strade, e questo è già un buon inizio per persuaderci ad entrare nella Giungla.

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