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ASCOLI PICENO – “L’ex sindaco di Ripatransone ed ora, per volontà del PD, presidente della Provincia, lancia i suoi strali polemici sul mio cosiddetto attivismo estemporaneo legato, a suo dire, alle vicende sismiche”. Così il consigliere regionale Piero Celani replica al presidente Paolo D’Erasmo che lo ha accusato si fare proclami post sisma.

 

ALTRO CHE POLITICA ESTEMPORANEA – “La mia azione politica è sempre stata indirizzata agli interessi di tutta la comunità amministrata e ne fa fede la mia storia personale e politica e non di questo o di quello. – ha replicato Celani – Il legame con il terremoto non è dato dalle foto agiografiche, dai volti più o meno dolenti ritratti nelle foto più o meno ufficiali. Sono stato e sono vicino alle popolazioni colpite dal sisma, con assoluto spirito di servizio e fin da subito ho messo a disposizione la mia persona per quanto di utile potevo fare ma senza alcun clamore mediatico e senza fotografi al seguito. Nello specifico per quanto riguarda la Salaria vorrei ricordare allo smemorato D’Erasmo che la vicenda non comincia con la mia presidenza ma molto, molto prima e per non far troppa storiografia, quando a palazzo San Filippo c’era un certo Pietro Colonnella“.

INDIETRO FINO A PIETRO COLONNELLA – “Già allora si parlava di ammodernamento della Salaria tanto che ai primi degli anni Novanta, se non ricordo male, fu presentata a Colonnella una petizione con migliaia di firme per chiedere di intervenire. Macchè. – ha commentato – La Salaria rimase quella che era: un tracciato di strada consolare romana, assai interessante dal punto di vista storico ma deleteria per i tempi moderni. Tutti i governi, di sinistra, che si sono succeduti in questi anni, sia a livello nazionale che regionale hanno semplicemente dimenticato l’esistenza della strada del sale e di quei cinque, dieci, chilometri ancora da raddrizzare. Nel 2009 il fascicolo passò alla competenza della mia giunta e D’Erasmo avrebbe fatto sicuramente più bella figura se prima di intervenire avesse avuto la bontà di controllare gli atti, e capire quanto mi fossi interessato al problema”.

CELANI HA COLTO L’OCCASIONE – Tutta colpa dell’incontro romano tra Regione e Bei e della domanda di Celani della possibilità di un finanziamento per completare la Salaria. “Sia Ceriscioli che la Bora non hanno obiettato nulla, – ha fatto sapere Celani – anzi lo stesso governatore delle Marche, al termine della riunione mi ha ringraziato per l’apporto costruttivo portato, a dimostrazione di quanto conoscessi il problema. E del resto quando si lavora, sopra gli steccati e le barriere ideologiche al perseguimento del bene comune, c’è poco da dire”.

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