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ASCOLI PICENO – “Non so se prima di apporre la vostra firma alla nota pubblicata a mezzo stampa in data 17-18.10.2016 avete letto esattamente il documento dal titolo Il sindaco di Ascoli sia esempio da imitare e non esempio da evitare che reca in calce anche il vostro nome. Vi sono scritte così tante corbellerie che preferisco pensare che il solito capo tribù offidano vi abbia imposto un’adesione sulla quale, almeno alcuni tra voi, avrebbe soprasseduto se solo avesse conosciuto, tra i tanti documenti che potrei esibire, almeno un paio di provvedimenti che allego alla presente”. Così inizia la lettera che il sindaco Guido Castelli invia ai 18 sindaci firmatari di una nota al veleno contro il primo cittadino ascolano sulla questione rifiuti.

SULLA QUESTIONE GETA – “Il primo è il documento che dimostra inconfutabilmente l’inefficacia, prima, e la falsità, dopo, delle polizze fideiussorie rilasciate dalla GETA a garanzia dei propri obblighi di salvaguardia ambientale riconducibili alla nota discarica. – scrive Castelli – Non è documento del Comune di Ascoli ma della Provincia di Ascoli emesso dalla Dirigente dottoressa Amurri il giorno prima dell’ultima assemblea ATA. Paolo D’Erasmo sapeva e ha omesso deliberatamente di riferire all’assemblea dei sindaci la vera ragione che ha motivato lo stop al conferimento dei rifiuti alla GETA. È almeno dallo scorso marzo, apprendiamo dal documento, che la GETA non è titolare di garanzia adeguata alla copertura dei rischi ambientali derivanti dall’abbancamento in località Alto Bretta dei rifiuti urbani e speciali pericolosi. Rischi che gravano sul territorio ascolano e che, in caso di emergenza e di renitenza del privato all’obbligo di risanamento, verrebbero caricati tra gli obblighi del comune capoluogo. Il problema dei documenti falsi prodotti per l’esercizio dell’attività non è solo di carattere penale (e di qui tutte le azioni legali che ne conseguiranno) ma assume toni ben più impegnativi per la città di Ascoli dove insistono ben 4 discariche, Relluce, GETA, IPGI, Campolungo (oltre che la vasca SGL Carbon oggetto di sanziona europea) cariche dei rifiuti che nei decenni sono stati prodotti anche dai vostri comuni. Il bilancio del Comune di Ascoli, che versa, mi spiace per voi, in condizioni ottimali a dispetto dei superficiali giudizi resi nella vostra nota, potrebbe avere problemi solo se i comportamenti che sin qui hanno permesso alla GETA di abbancare rifiuti per un incasso di oltre 4 milioni di euro senza polizza dovessero perpetuare anche in futuro”.

SULLA DISCARICA RELLUCE – Nella vostra nota, vi siete bevuti e avete preso per vere le vergognose ricostruzioni di D’Erasmo circa l’ignominia delle escussioni delle polizze, vere e autentiche, stipulate da Ascoli Servizi a salvaguardia dei propri obblighi. Mi spiace per voi ma anche in questo caso avete fatto male a fidarvi: allego alla presente anche il decreto con il quale il Tribunale di Ascoli Piceno ha accolto la richiesta formulata ai sensi dell’art. 700 c.p.c. da Ascoli Servizi Comunali s.r.l. volta a impedire l’escussione da parte della Provincia di Ascoli Piceno della polizza fideiussoria stipulata a garanzia delle obbligazioni scaturenti dalla gestione operativa della discarica di Relluce, e, per l’effetto “ha ordinato alla Provincia e alla Compagnia di Assicurazioni di astenersi dal compiere atti o fatti finalizzati all’escussione e alla liquidazione della polizza fideiussoria”.

E qui si ferma, perché il sindac Guido Castelli annuncia che proseguirà la questione in altra sede. “Rispetto a questa battaglia, sappiatelo, non mi farò intimidire nè dalle raccolte firme nè da altro. – ha avverto Castelli – Andrò avanti fino alla fine e lo farò anche nell’interesse delle popolazioni dei vostri comuni”.
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