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ASCOLI PICENO – Un vero e proprio appello quello firmato dai sindaci dei comuni capoluogo di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio. “La tragedia immane del terremoto che ha sconvolto il Centro Italia ci deve far riflettere sulla necessità di una comune azione per far prevalere nel nostro Paese una corretta cultura del rischio e della prevenzione.Le nostre città, e cioè i capoluoghi direttamente coinvolti dal sisma, in conseguenza delle scosse del 26 e del 30 ottobre, hanno subito danni significativi ancora difficilmente quantificabili”, così i sindaci Maurizio Brucchi (Teramo), Paolo Calcinaro (Fermo), Guido Castelli (Ascoli Piceno), Romano Carancini  (Macerata), Leopoldo Di Girolamo  (Terni) e Simone Petrangeli (Rieti) firmano una nota in cui sottolineano l’importanza di un’azione comune per far fronte a questa emergenza che ha sconvolto il Centro Italia.
L’APPELLO DEI CAPOLUOGHI – “Le nostre città, e cioè i capoluoghi direttamente coinvolti dal sisma, in conseguenza delle scosse del 26 e del 30 ottobre, hanno subito danni significativi ancora difficilmente quantificabili. Si tratta di numerosi edifici pubblici e privati dichiarati inagibili con centinaia di verifiche ancora da effettuare. In molti casi si tratta di edifici strategici che svolgono funzioni di area vasta, porzioni di edifici municipali e strutture sociali. Siamo convinti che il nuovo decreto che il Governo si accinge ad emanare possa rappresentare una leva per una gestione virtuosa ed efficace del delicato tema dell’emergenza e della ricostruzione, soprattutto per quanto concerne la semplificazione delle procedure e la possibilità di reclutare personale in via straordinaria”.
RICOSTRUIRE BENE E PRESTO – In questo senso chiediamo che i nostri comuni, anche per le loro funzioni strategiche, siano destinatari delle misure e delle azioni di sostegno che saranno stabilite a beneficio dei territori colpiti dal sisma. Le nostre città capoluogo di provincia hanno anche il carico logistico di ospitare funzioni di livello sovracomunale ed anche per questo andrebbe garantita loro l’opportunità di ricostruire e risanare bene e presto ciò che è stato compromesso. Discorso a parte merita il tema dell’edilizia scolastica che andrebbe posta come autentica priorità al di là della contingente emergenza. Auspichiamo l’istituzione di un fondo unico sull’edilizia scolastica che abbia nella prevenzione antisismica una direttrice privilegiata e vogliamo che nelle zone più a rischio arrivino le risorse necessarie per pianificare interventi definitivi e di lunga durata.
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