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Una zona di 600 chilometri quadrati risulta deformata dopo le scosse del 26 e del 20 ottobre. Parliamo di centimetri, ma questo è quanto è emerso dalla prima analisi dei dati del satellite radar Sentinel 1, del programma europeo Copernicus, elaborate dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dall’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irea-Cnr).

Da Pieve Torina ad Accumoli, formando un’ellissi ideale i dati del satellite hanno mostrato le deformazioni maggiori che consistono in un abbassamento del terreno di circa 3 centimetri. All’interno dell’ellisse, invece, il suolo si è abbassato fino a 70 centimetri vicino a Castelluccio di Norcia, fuori a Est e a Ovest il terreno si è sollevato di alcuni centimetri.

Dalle rilevazioni dell’Ingv e riportata dall’Ansa, l’area di Norcia si è spostata di 30 centimetri verso Ovest, mentre quella di Montegallo si è mossa di circa 40 centimetri verso Est. E’ quanto emerge dalle nuove immagini inviate dai satelliti Cosmo SkyMed e Sentinel 1. I dati preliminari indicano, inoltre, che il terremoto ha deformato complessivamente una zona estesa 1.100 chilometri quadrati. Lo rileva una nota di Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irea-Cnr).

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