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Uno dei volti della scena italiana ed europea: ballerino, cantante, attore, un performer completo a tutto tondo che vanta nel suo curriculum anche ruoli in cast europei di enorme successo. Angelo Di Figlia inizia a studiare danza da giovanissimo e ben presto capisce che il suo futuro è legato al teatro e alle arti performative.

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Quali sono le due parole chiave per arrivare al successo? 

Preparazione e curiosità. La prima perché, secondo me, lo studio è la base di qualsiasi professione, soprattutto del  performer. La seconda poiché la curiosità di scoprire stili nuovi e forme differenti di espressione ti dà la possibilità di crescere e migliorarti sempre e continuamente, a qualsiasi età.

ON TOUR – Angelo Di Figlia è uno dei pochi italiana che “ce l’ha fatta”, superando il confine nostrano per immergersi in esperienze all’estero con musical del calibro di “Mamma Mia”, “Evita” e “Mary Poppins”.

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Come si arriva praticamente a lavorare in compagnia europee ed internazionali? La mia esperienza all’estero è arrivata un po’ per caso. Sono stato chiamato dalla produzione francese di Mamma Mia per una sostituzione improvvisa dopo aver fatto il capo balletto nella versione italiana dello spettacolo. Una volta li mi è stato chiesto di partecipare ad un’altra audizione ..eccomi qua! In tre anni sono passato dalla Francia all’Austria, avendo la possibilità e la fortuna di prendere parte a spettacoli meravigliosi con artisti eccezionali.

Qual è la grande differenza tra il modo di lavorare italiano e quello d’oltralpe? La differenza sostanziale è la considerazione che si ha del lavoro dell’artista. All’estero il performer è un mestiere a tutti gli effetti e c’è un rispetto profondo della professione. Inoltre i teatri sono sempre pieni: andare a teatro è un po’ come andare al cinema o al ristorante…fa parte della cultura popolare.

IN ITALIA – Il teatro italiano conosce bene il talento di Angelo Di Figlia, date le sue numerose partecipazioni in varie produzioni : “Robin Hood”, “Pinocchio”, “Sindrome da Musical”, “Peter Pan” e “Rent” solo per citarne alcune.

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Qual è il ricordo più emozionante, il graffio nell’anima che ti ha lasciato un musical o un personaggio in particolare? I ricordi sono molti e tutti bellissimi ma se dovessi sceglierne uno sarebbe la prima volta da protagonista in “Peter Pan” a Milano: il momento prima di entrare in scena volando dalla finestra avevo il cuore a duemila! Il personaggio che invece mi è rimasto dentro è sicuramente Lucignolo in Pinocchio, mentre per lo spettacolo un posto d’onore va a “Sette spose per sette fratelli” e “Mary Poppins”.

Con Angelo ci siamo permessi di andare oltre, scrutando nei meandri di ciò che è il presente ma soprattutto il futuro del musical e, più in generale, del teatro in Italia.

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Credi ci sia spazio nel nostro paese per i talenti o comunque per coloro che sognano questo mestiere? Voglio sperare di si e mi piace crederlo. Sono estremamente convinto che l’Italia sia piena di talenti e abbia tanto da offrire al teatro. L’importante è essere i primi a dare valore al lavoro che si fa, dando sempre il massimo, senza mai accontentarsi o omologarsi in basso.

Cosa ti senti di dire ad una giovane compagnia di talenti in crescita? L’augurio è quello di realizzare i vostri sogni ricordandovi che “tutto può succedere se lo lasci succedere”!

 

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