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In fatto di alimentazione, gli italiani tendono sempre più al cibo “libero da”. Cresce la ricerca di alimenti privi di grassi, di olio di palma, di lattosio, di uova. In aumento, le intolleranze alimentari, l’attenzione alla linea, il numero di vegani e di vegetariani. E gli scaffali dei supermercati si adeguano, con la diffusione di cibi vegani per la colazione, di panettoni e pandori gluten-free. Questo perché l’industria alimentare e la grande distribuzione hanno recepito un crescente bisogno espresso dai consumatori, che prima potevano trovare i loro prodotti solo su qualche sparuto scaffale della farmacia.

In origine erano i vegetariani. All’inizio del processo c’era la necessità espressa dai vegetariani, di consumare alimenti privi di carne. Ad essi si sono aggiunti poi, negli anni, i vegani e coloro che scelgono un’alimentazione green per motivi di salute e benessere. Tra le intolleranze alimentari, sono aumentati negli ultimi anni i pazienti intolleranti a latte e glutine. Riguardo il latte, secondo i dati di Eurispes, i pazienti intolleranti al lattosio sono oggi 4,2 milioni in Italia; le persone celiache invece, stando ai dati della Relazione annuale 2015 sulla celiachia, presentata al Parlamento italiano, sarebbero quasi 183 mila. Accanto alla celiachia, che può essere rilevata scientificamente attraverso le analisi del sangue, c’è anche la sensibilità al glutine, che tuttavia non è una patologia clinicamente definita.

Intolleranza e percezione dell’intolleranza. Secondo gli esperti dell’associazione degli allergologici e immunologici territoriali e ospedalieri italiani, il 25% degli italiani penserebbe di essere allergico ma in realtà non lo è. Questo perché la percezione e il timore delle allergie alimentari nella popolazione è molto diffusa, con i pazienti che continuamente si sottopongono a controllo. Spesso si fa anche un’errata associazione tra l’aumento di peso e una presunta intolleranza, anche se in realtà la Società italiana di diabetologia ha stabilito che non c’è un nesso scientifico tra le due cose, ma questa associazione è invece il frutto di false credenze.

Cresce il consumo di prodotti naturali. Accanto alla percezione dei “rischi” dei prodotti che possono provocare allergie, aumenta la ricerca e il consumo dei prodotti naturali, amici della pelle, della salute e del benessere. Complice anche il web che permette di acquistare, comodamente da casa, prodotti naturali e bio e le soluzioni migliori per cucinarli. Ecco quindi che, ad esempio, la tisana Pukka, rimedio ayurvedico per la salute della donna, che regolarizza l’armonia tra il corpo è la psiche, può essere facilmente reperita stando sul divano di casa su siti specializzati in prodotti naturali come Shankara.it,  o che libri che spiegano come cucinare pietanze a base di seitan e tofu possono essere acquistati facilmente sul colosso della grande distribuzione on line Amazon.com.

Occhio all’etichette. Riguardo l’attenta lettura delle etichette e della composizione dei cibi, gli italiani sono primi in Europa. E l’industria dell’alimentazione si adegua, con un fatturato in crescita per le aziende alimentari che hanno eliminato o ridotto nella loro produzione i cibi eccessivamente calorici e allergizzanti, affiancando, ai prodotti tradizionali, alimenti senza lattosio, gluten-free e vegan.

E chissà se gli italiani, attenti alla salute, alla linea e alle etichette saranno disposti a fare uno strappo ai loro principi in vista del Cenone di Capodanno.

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