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ASCOLI PICENO – “La sensazione che si avverte tra Ascoli e San Benedetto, sul piano sanitario, è quella di una frustrazione molto diffusa tra il personale medico e paramedico. Si vorrebbe fare meglio e di più ma l’organizzazione complessiva non consente di erogare salute come sarebbe giusto e come si potrebbe”. Così il sindaco Guido Castelli è intervenuto in merito alla situazione sanità nel Piceno.
 
COLPA DEL BUDGET – “Mancano risorse, mancano medici, mancano infermieri. Mancano nel senso che la capacità e la qualità del nostro personale potrebbe garantire molta più assistenza se le dotazioni umane e strumentali fossero più vicine alle esigenze dei reparti. Oggi nel corso della conferenza dei servizi di area vasta ho provato a spiegare come una parte non trascurabile della carenze che affligge l’area vasta 5 non dipende da valutazioni e scelte locali. – ha spiegato Castelli – Dipende al contrario dal budget, o meglio dal tetto di spesa, che la Regione e l’Asur assegnano annualmente alle varie aree vaste. Purtroppo nel caso del Piceno, il meccanismo del budget subisce una serie di distorsioni che penalizzano fortemente gli ospedali di Ascoli e San Benedetto”.
 
MOBILITA’ ATTIVA – “La regione e l’Asur, semplifico, si arricchiscono con le prestazioni erogate, doverosamente, in favore di pazienti non marchigiani dai nostri due ospedali. – ha aggiunto il sindaco di Ascoli – C’è qualcosa evidentemente che non va in un sistema che prevede un meccanismo che produce un definanziamento di fatto della sanità del confine Sud delle Marche. Dico Sud e non Nord in quanto a Pesaro, dove peraltro si fa pochissima mobilità attiva, operano già da tempo accordi di confine che, unitamente, all’autonomia aziendale riconosciuta all’Ospedale San Salvatore regolano diversamente la problematica del budget”. Per Castelli va ripensata l’organizzazione del servizio sanitario regionale, così come delineata dalla L.r. 13/03. Compito della giunta regionale, ora, chiarire “se l’obiettivo è quello della massimizzazione del risparmio a carico del territorio piceno oppure una diversa e più efficiente organizzazione del servizio di salute”.
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