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Canta! Inizia con questa richiesta l’intervista a Giò Di Tonno, protagonista in Notre Dame de Paris dal 2002, e lui non si lascia pregare, intonando le note di “Bella”, brano cult dell’opera musicale tratta dal romanzo di Victor Hugo. Una voce piena, profonda, intima, che scalda immediatamente l’ambiente e permette di parlare del personaggio di Quasimodo e delle difficoltà nell’affrontarlo psicologicamente: “Una forma di disabilità così estrema è sempre attuale, ma, ancora peggio, è vedere che in tanti secoli non sia cambiato il modo di rapportarsi con gli ultimi o i diversi […] Prima pensavo solo a rendere il personaggio, ma nelle recenti produzioni ho dato un valore maggiore a chi vive questa condizione tutti i giorni”.

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PROVINI E CATTIVI

Data la sua esperienza nel mondo teatrale e televisivo, Giò Di Tonno parla dell’importanza dell’avere uno spirito critico nel presentarsi ad un provino: “Se sei alto un metro e venti e pesi 120 kili e hai sessant’anni, forse fare Romeo non è molto adatto. L’autocritica è il primo strumento per riuscire bene ad un provino di qualsiasi genere”.

Nella sua carriera ha sempre interpretato ruoli oscuri, ma, come ha detto lui stesso: “Nel teatro, per fortuna, puoi essere molto diverso da te stesso. E’ una vera e propria seduta psicologica, puoi sfogarti con azione che non potresti mai compiere nella vita vera”.

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TALE E QUALE

Sorprende costatare l’umiltà di un personaggio pubblico dall’indiscusso talento, la sua disponibilità, senza autocelebrazioni o sintomi di vanità. Così Giò affronta l’ultima parte dell’intervista, tra qualche imitazione di cantanti illustri (Tiziano Ferro, Zucchero, Riccardo Cocciante), che gli hanno permesso di vincere l’edizione 2012 di “Tale e Quale Show”, e una serie di divertenti domande-flash. Così lo vediamo scegliere”Les Miserables”, oltre “Notre Dame De Paris”; Pescara, la sua città natale, rispetto a Broadway; il teatro alla Tv, concludendo con una riflessione sugli ultimi due protagonisti di San Remo, Francesco Gabbani e Fiorella Mannoia.

SALUTI

La cartolina dei saluti è all’insegna del musical “Rocky Horror Show”, prossima produzione targata Fly Communications, in scena il 28 e 29 Aprile presso il Teatro Ventidio Basso. L’esclusiva novità è la presenza di Giò Di Tonno come vocal assistent, ma soprattutto la nascita di una collaborazione che porterà la compagnia ascolana e l’artista alla messa in scena di un kolossal nel 2018, con tanto di orchestra di 30 elementi dal vivo.

LO STAGE

Quello che arriva nella sede della Fly Communications è un Giò Di Tonno amico, più che maestro, un personaggio che non sale in cattedra, ma si siede tra i suoi ascoltatori. Racconta le sue esperienze, scioglie lentamente le tensioni di giovani ragazzi estasiati dinanzi al proprio mito, spiega come affrontare un provino. L’artista si rivolge sia agli allievi più grandi della sezione Broadway, che ai giovani talenti delle ultime classi della Scuola di Musical, ascoltando le lori voci, dialogando con loro: “voi dovete essere come spugne, prendere tutto ciò che vi viene dato non buttando nulla, prima o poi tutto vi servirà”.

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