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Aumento Tari Ascoli Piceno, il Partito Democratico non ci sta e torna alla carica con il sindaco Guido Castelli. “Mettendo insieme alcune delle ultime imprese del primo cittadino non ci resta che piangere per la sua incredibile capacità di leggere le situazioni secondo il suo esclusivo tornaconto politico e propagandistico. Con quale faccia tosta potrà giustificare l’ennesimo aumento della Tari nei confronti dei cittadini ascolani?  Un aumento considerevole tanto che stimiamo un aumento negli ultimi tre anni quasi del 30% (1,77 nel 2014 e 2,28 nel 2017). Il tutto condito dall’invio di nuovo allegato al piano finanziario a tre giorni prima del consiglio comunale, sfiorando il limite della decenza”.

Per il Pd non ci sono scuse

“Non si azzardi a scaricare sul terremoto anche l’aumento Tari sfruttando cosi un tema complicato per giustificare percorsi di pessima gestione della cosa pubblica. – hanno aggiunto dalle fila del Pd  – Neanche Ponzio Pilato sarebbe in grado di fare così. Anche perché nei comuni del cratere limitrofi non ci sarà alcun aumento, anzi si lavora ad una ulteriore diminuzione. Mentre un giorno dal governo riceve 18 milioni di euro per le periferie (esaltando le sue presunte capacità, ma dimenticando che è stato il Governo a finanziare tutti i progetti presentati)  il giorno dopo invece eccolo strillare contro il Decreto terremoto colpevole di non tappare i buffi e le falle della sua malagestione, a partire dal patto di stabilità, sforato incredibilmente nel 2012 con una sanzione che si ritorcerà contro tutti gli ascolani”. 
 

Altro che “salvagenti nazionali”

“Invece di pensare a salvagenti nazionali, perché il sindaco non si concentra sullo stato degli uffici comunali dedicati all’emergenza sisma, un servizio indispensabile per centinaia di famiglie ascolane sfollate e per le migliaia di sopralluoghi da fare? – hanno rincarato – Basta farsi un giro negli uffici di viale Vellei per rendersi conto del caos che regna a causa della mancanza di personale e disorganizzazione interna. E non è un caso se ancora molti cittadini sono senza ordinanze sindacali e di conseguenza senza la possibilità di utilizzare gli strumenti che i decreti terremoto mettono a disposizione. Anche le sue gufate sull’Area di crisi complessa, dove non ha dato nessun minimo contributo, sono state completamente smentite dai fatti visto l’incredibile risposta giunta dal mondo delle imprese con ben 756 manifestazioni d’interesse da parte di imprenditori abruzzesi e marchigiani. Infine un altro cavallo di battaglia del sindaco su cui ci sarebbe da fare piena luce: la tanto famigerata spending review. Come può dare lezioni un sindaco che ha bisogno di 9 assessori per governare una città di meno di 50.000 abitanti. E pensare che la Regione Marche con infinite funzioni in più ha ridotto gli assessori a sei. – e concludono – Che ci dice del suo staff da 100.000 euro all’anno?Prima di chiedere aiuti romani inizi lui a dare il buono esempio tagliando i tanti sprechi che ancora si annidano nella macchina comunale”.
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