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Si sdoppia per la prima volta il fermo pesca nelle Marche. Ad anticiparlo è la Coldiretti Impresapesca dopo la riunione svoltasi al Ministero delle Politiche agricole, a Roma, dalla quale è emersa l’indicazione di far scattare il blocco delle attività dal 31 luglio al 10 settembre da Trieste ad Ancona e dal 28 agosto all’8 ottobre da San Benedetto a Termoli.

Come funziona

Nel primo caso si fermeranno dunque le imbarcazioni dalla costa pesarese fino a quella maceratese, mentre nel secondo lo stop andrà dal litorale della provincia di Fermo fino al confine con l’Abruzzo. Il tutto dovrà comunque essere ufficializzato con apposito decreto. “Secondo quanto assicurato a livello istituzionale si tratterà dell’ultimo anno di applicazione dell’attuale formula del fermo biologico che, come abbiamo più volte denunciato, si è manifestata fallimentare – sottolinea Tonino Giardini, responsabile nazionale di Coldiretti Impresa pesca -. L’auspicio è che dal 2018 si possa mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie”.

Per il pesce made in Italy

Con il blocco delle attività, pur se differenziato, aumenterà come sempre il rischio di ritrovarsi nel piatto pesce straniero. Per effettuare acquisti made in Italy di qualità e al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è, laddove possibile, di acquistare direttamente dal pescatore, specie da quelle attività non interessate dal fermo, o, se da un’attività commerciale, di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).

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