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Salgono a trenta milioni di euro i danni causati dalla siccità all’agricoltura marchigiana, secondo quanto emerso dal Dossier Coldiretti sull’impatto dell’eccezionale situazione climatica presentato dal presidente Roberto Moncalvo all’Assemblea nazionale, a Roma, alla presenza degli imprenditori della nostra regione.

Crisi idrica

Il caldo eccezionale, con massime superiori di 3,8 gradi alla media stagionale anche nella prima decade di luglio e un azzeramento delle precipitazioni (-94 per cento) stanno mettendo a dura prova la resistenza delle coltivazioni mentre si fa sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare  ortaggi, frutta, mais, girasole, ma anche il fieno per l’alimentazione degli animali, per il quale le imprese sono riuscite ad effettuare regolarmente solo il primo raccolto dei tre normalmente previsti, con il secondo che è stato minimo e il terzo che con tutta probabilità non ci sarà nemmeno, tanto che il calo di produzione riguarda ormai oltre il 40 per cento.

Danni all’agricoltura

Un problema grave per le aziende produttrici ma ancor più per quelle che hanno anche l’allevamento, dove il fieno prodotto in proprio viene utilizzato per il pasto giornaliero degli animali.. Ma con il caldo occorre anche integrare l’alimentazione del bestiame con sali minerali, ulteriore costo che si somma al calo della produttività degli animali stessi, con punte fino al 20 per cento di latte in meno. Le alte temperatura stanno portando anche pesanti costi in più per l’irrigazione, fino a 60 euro a ettaro nel caso del mais, che senza acqua vedrebbe azzerata la produzione. Sul fronte del girasole si teme un calo del raccolto intorno al 20-30 per cento, anche se si spera in qualche pioggia più diffusa per tamponare la situazione. Per quanto riguarda gli alberi da frutto si stima un calo di produzione anche se la mancanza di pioggia ha elevato il grado zuccherino, “regalando” una qualità eccezionale.

Il punto di Coldiretti

“Di fronte alla tropicalizzazione del clima se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi – spiega Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche -. Occorrono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini aziendali e utilizzando anche le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere l’acqua piovana”.

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