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È stata approvata nei giorni scorsi in Consiglio Regionale la legge che prevede la semplificazione burocratica per accelerare la ricostruzione post sisma. “Con stupore e sgomento apprendiamo che, invece di lavorare in squadra con i comuni, gli enti locali e le forze sociali, la Regione Marche ha deciso di prendere la scorciatoia della deroga al Piano Paesistico Ambientale Regionale, ai Piani Territoriali Coordinamento provinciali e ai Piani Inquadramento Territoriali, frutto di tanti anni di maturazione della coscienza ambientale e della gestione del rischio idrogeologico, sismico e da alluvioni, pensando così di velocizzare la ricostruzione”, così ha esordito in un comunicato stampa Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche.

Legambiente dopo l’approvazione della legge regionale

“Se questo era l’obiettivo bastava, come prevede la stessa legge, assegnare al comune la centralità nell’azione di predisposizione della variante e la conferenza dei servizi, e la validità delle norme del PPAR anche per i comuni che non hanno adeguato ad esso lo strumento del piano urbanistico, e non prevedere la sua deroga. – hanno aggiunto – Inoltre, questa legge non parla mai della necessità di frenare lo spaventoso consumo di suolo che interessa la nostra regione, e che in questo momento minaccia soprattutto le aree del cratere, e accredita l’idea che la tutela del territorio e dell’ambiente sia un freno alla ricostruzione”.

“Un segnale sbagliato – si denuncia – perché i piani e gli istituti di tutela sono la base per l’obiettivo principale su cui tutti concordano, cioè quello di tornare ad abitare l’Appennino in sicurezza. Una proposta di legge che tra l’altro potrà solo parzialmente perseguire il suo obiettivo visto che inevitabilmente gli istituti di tutela nazionali (beni culturali e ambientali, vincoli idrogeologici, norme per la salvaguardia dei parchi e delle riserve), e quelli europei (SIC, ZPS e Rete Natura 2000), rimangono inaggirabili e si ripresenteranno con tutta la loro portata alla conferenza dei servizi. Tutto questo è ancora più strano visto che siamo in attesa delle linee guida per la ricostruzione da parte del comitato tecnico e di quelle per la ricostruzione dei centri abitati dell’architetto Stefano Boeri, entrambi nominati dal commissario straordinario Vasco Errani, e della definizione della microzonazione. Inoltre apprendiamo che il testo della legge è frutto di un percorso di confronto e consultazione con il territorio di cui non abbiamo avuto notizie”.

Ricostruzione post sisma

“Nel processo di ricostruzione post sisma – aggiunge la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni – è fondamentale coinvolgere le comunità locali, perché solo attraverso un protagonismo e una partecipazione attiva dei cittadini si potrà davvero far ripartire questi territori in maniera più forte, rilanciando allo stesso tempo una nuova idea di sviluppo e benessere dell’Appennino centrale capace di invertire il fenomeno dello spopolamento di queste aree aggravato dal sisma. E in questa partita siamo convinti che l’attenzione al patrimonio storico culturale e a quello naturale paesaggistico possono dare un grande contributo alla ripresa e allo sviluppo delle attività economiche locali di questi territori”.

Per Legambiente, inoltre, sono centrali alcuni passaggi e alcune scelte che possono contribuire all’accelerazione della ricostruzione delle comunità, delle economie e degli edifici. Questi ruotano attorno al recupero e alla messa in sicurezza dei beni culturali, alla rimozione delle macerie e all’organizzazione di nuovi centri intercomunali che promuovano rinascita e partecipazione.

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