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Lo abbiamo atteso tra paura e nervosismo. Scetticismo e insicurezza, poi eccitazione e curiosità. Finalmente uno dei più grandi romanzi horror prende vita in una forma nuova sul grande schermo.

Parliamo chiaramente di IT.

Nessuno può dimenticare il romanzo e soprattutto la prima trasposizione, del 1990, con uno straordinario Tim Curry nel ruolo del clown Pennywise.

Un progetto, questo, dalla gestazione complessa di cui si parla ormai da diversi anni. Non pochi sono stati i rumori riguardanti il film, inizialmente tanto voluto da Cary Fukunaga (True Detective) il quale, alla fine, ha preferito occuparsi della sceneggiatura della pellicola, lasciando la regia al “più esordiente” Andrés Muschietti.

Muschietti non è certo estraneo al genere dell’horror. Il suo esordio, in realtà, avvenne quattro anni fa con La Madre (Mama), film prodotto da un veterano del genere Guillermo del Toro.

La trama

Ottobre 1988, cittadina di Derry. Nella cittadina vige il coprifuoco a causa delle numerose sparizioni di persone, soprattutto bambini.

L’ennesima vittima è un bambino di sette anni di nome George, risucchiato in un tombino durante un temporale. Un gruppo di ragazzini perseguitati dai bulli per diverse ragioni, si riunisce sotto la denominazione di Club dei Perdenti per indagare sul mistero della morte di George e degli altri ragazzi scomparsi.

Causa di tutto ciò è la presenza demoniaca che aleggia su Derry da secoli, chiamata IT, il quale riesce ad assumere sembianze diverse a seconda della paura del malcapitato.

Ed è proprio questo il fulcro del film e del libro. Non si tratta un film di paura. IT è la paura.

Quella dei mostri sotto al letto, quella dei bulli all’uscita della scuola, dei genitori troppo severi , di un compito in classe andato male o di una creatura vista in un film che non avremmo dovuto vedere.

Il Pennywise di Bill Skarsgård è perfetto sotto ogni aspetto. Inizialmente incute sospetto, poi è ammaliante, affascinante, e riesce a conquistarci un secondo prima di divorarci.

Chiaramente è difficile scordare il Pennywise di Tim Curry, mostro iconico e sacro che continua a vivere nel nostro immaginario, forse unico vero elemento che ha reso la miniserie degli anni ’90, con tutti i suoi difetti e la pochissima fedeltà al romanzo, una piccola opera intramontabile. Eppure il giovanissimo Skarsgård è stato abile nel far suo il personaggio.

Ora non ci resta altro che attendere la seconda parte del film, in cui la Banda dei perdenti, ormai adulta, tornerà ad affrontare IT e le loro paure mai vinte; perché si può crescere ma non si smette mai di avere paura.

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