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I ragazzi della Locanda del Terzo Settore “Centimetro Zero”, il progetto di locanda sociale che a Spinetoli impiega giovani con disabilità intellettive e propone cucina di alta qualità con prodotti a filiera cortissima, sono seduti tutti in cerchio: le schiene poggiate bene sulle sedie, i corpi in posizione di riposo. Così quando la locanda i ragazzi prendono parte alla lezione settimanale del corso “Professione Centimetro Zero” che mira a fornire loro le competenze spendibili sul mercato del lavoro.

Professione Centimetro zero

Diciotto mesi di attività, 20 ore di orientamento, 120 di aula e 400 di esperienza pratica e tirocini per 540 ore complessive dirette a 10 giovani con sindrome di Down o disabilità intellettiva: queste le caratteristiche del corso partito a ottobre con la presenza di educatori, pedagogisti e cuochi realizzato con il contributo della Fondazione Carisap. Tra le attività c’è anche l’ora di meditazione che aiuta i ragazzi a ritrovare il contatto con se stessi attraverso la sperimentazione di uno stato di pace e armonia interiore utile a stabilire il loro equilibrio.

Quando la lezione entra nel vivo della specializzazione i ragazzi entrano a contatto con il mondo della cucina, della tavola, della preparazione dei cibi e delle tecniche di sala; durante il corso ci si sposta anche all’aria aperta per la coltivazione dei campi per ricavare i prodotti da portare a tavola.

Ragazzi all’opera

“I diversi compiti vengono assegnati a seconda della predisposizione dei ragazzi: – spiegano le operatrici – c’è chi si occupa della sala, chi aiuta in cucina, chi riesce a svolgere entrambe le funzioni e chi coltiva i prodotti dell’orto. Lavori sui quali i ragazzi sono già impegnati nel resto della settimana mentre il corso rappresenta un momento di approfondimento e di specializzazione. Il nostro prossimo obiettivo è fornire loro le adeguate conoscenze per riuscire anche a prendere gli ordini. Al momento sono in grado di apparecchiare e sparecchiare mentre in queste settimane cominceranno anche a prendere gli ordini, sempre, naturalmente, con il nostro aiuto. Sanno già che cos’è una comanda e quali sono i tempi tra una portata e l’altra per evitare lunghe attese: cose che a noi sembrano normali ma che per loro rappresentano una grandissima conquista”.

“A livello relazionale – spiegano le operatrici – si è creata un’intesa che va oltre la preparazione professionale prevista dal corso. Siamo diventati una specie di famiglia allargata in cui condividiamo le emozioni, la meditazione, ore di lavoro e pause di relax. I ragazzi si raccontano, ma lo facciamo anche noi. Questi momenti sono utili non solo nell’ambito lavorativo ma anche a livello relazionale ed è un passaggio importante perché in qualsiasi ambiente di lavoro è fondamentale anche saper affrontare il piano relazionale”.

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