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Gabriele Marcozzi è il candidato al collegio uninominale per la Camera dei Deputati per Potere al Popolo. Gabriele ha 33 anni, è di San Benedetto del Tronto e da anni partecipa a molte battaglie di difesa del territorio, tra cui quella contro le trivelle e per la riforma costituzionale. Lo abbiamo intervistato per capire aspettative e programma in vista delle prossime elezioni del 4 marzo.

In pochi mesi Potere al Popolo è riuscito a organizzarsi e a presentare liste in tutta Italia, una sorta di piccolo miracolo politico…

In realtà non siamo un miracolo politico. Diciamo che è l’inizio di un percorso in cui tante realtà stanno trovando una quadra. In questi lunghissimi anni le forze sociali di alternativa, i movimenti che lottano nelle varie aree del paese e sui vari fronti, i partiti politici che non sono più disposti a scendere a compromessi per qualche poltrona, si sono trovate sole, divise, e senza la possibilità di poter incidere sulle istituzioni, e quindi hanno subito le scelte e la repressione delle medesime. Attraverso Potere al Popolo, attraverso questo appello lanciato dall’Ex OPG Je so pazz di Napoli, tante realtà hanno trovato una possibile via per cominciare a unirsi, ed è per questo che in poco tempo siamo riusciti a fare il programma e le liste (attraverso assemblee aperte territoriali e non con accordi di vertice) e siamo riusciti a raccogliere il triplo delle firme necessarie, perché Potere al Popolo già esisteva nel paese, adesso è venuto alla luce!

Al voto ci saranno Partito Democratico, Liberi e Uguali, Sinistra Rivoluzionaria, Partito Comunista e appunto voi di Potere al Popolo. Come mai anche questa volta c’è stata questa così grande frammentazione?

Cominciamo col dire che il Partito Democratico, per quanto ci riguarda, non c’entra più nulla con la sinistra. Da quando è nato, ma anche prima con i suoi antenati, ha sempre appoggiato politiche liberiste di distruzione del welfare, tagli ai servizi pubblici e privatizzazione di essi, e tutte le politiche di austerity ai danni dei lavoratori come le leggi sul precariato, il taglio dei salari, e l’aumento sistematico dell’età pensionabile. La stessa cosa è Liberi e Uguali. Non voglio confondere, dentro ci sono compagni (SI e alcuni indipendenti) con i quali potevamo dialogare e a me dispiace che si sia rotto il percorso del Brancaccio, ma loro hanno preferito inserirsi in un progetto politico che poco ha a che fare con la partecipazione, la condivisione dal basso, e l’antiliberismo visto che, tanti dei massimi dirigenti di LeU, non solo non rinnegano il percorso che hanno fatto di appoggio alle politiche neoliberiste quando stavano nel PD, ma vanno rivendicando tutto quello che hanno fatto e taluni non escludono nemmeno un accordo di governo con il PD. Per quanto riguarda Partito Comunista e Sinistra Rivoluzionaria, l’appello era stato lanciato anche a loro, perché non hanno aderito forse dovreste chiederglielo…

I sondaggi a livello nazionale vi danno attorno all’1%, sarebbe un buon risultato o ci fate un pensierino al superamento della soglia di sbarramento del 3%?

I sondaggi ci danno in crescita. Ovviamente noi li leggiamo ma sappiamo benissimo che la nostra forza non è rilevabile dai sondaggi e sapremo il risultato il giorno del conteggio delle schede. Certo l’oscuramento mediatico che subiamo dai grandi giornali e dalle grandi televisioni non ci aiuta oltre a non essere un comportamento democratico da parte dell’informazione generalista che stiamo comunque denunciando nelle sedi competenti. Comunque noi puntiamo a superare la soglia di sbarramento e abbiamo tutte le carte in regola per riuscirci ma se anche non dovessimo farcela questo non sarà da impedimento al proseguimento del nostro percorso di ricomposizione che abbiamo già avviato.

Nelle Marche così come in tutta Italia si torna a parlare di fascismo, è una esagerazione o un pericolo reale?

In Italia il Fascismo è sempre stato un pericolo reale! Ogni volta che il paese devia dalla strada maestra tracciata dalla Costituzione Repubblicana e non mette più al centro i valori fondamentali che l’hanno ispirata c’è il pericolo di Fascismo. Per valori fondamentali intendo soprattutto la costituzione economica, che disegna un sistema dove lo stato interviene in economia ed è agente principale, dove il salario e l’occupazione sono tutelati, dove la proprietà privata è indirizzata a fini sociali, dove il risparmio è garantito come pure l’accesso alla casa. Quando lo stato si ritira dal ruolo di agente economico, quando il salario non è più tutelato e nemmeno l’occupazione, quando la proprietà privata diventa strumento di profitto individuale e basta e quando non si garantisce più il risparmio e milioni di persone sono senza casa, ecco che si aprono le porte all’avvento del fascismo, nelle varie figure con cui potrebbe rappresentarsi. Attualmente le forze Neofasciste si stanno inserendo in questi problemi e in queste contraddizioni dando come soluzione l’odio sociale verso gli ultimi: i migranti! Noi di Potere al Popolo abbiamo come obiettivo il ribaltamento di questo paradigma e di costruzione del conflitto verso la grande finanza, verso i grandi patrimoni, verso quel 1% che detiene il 25% della ricchezza nazionale e verso la classe politica che sta dalla parte di quegli interessi.

Cosa andrebbe cambiato nella gestione dei migranti in Italia e nel Piceno?

Noi siamo molto critici con la gestione del fenomeno migratorio in Italia e quindi anche nel Piceno. I numeri sulla presenza dei richiedenti asilo nel nostro paese sono molto esigui rispetto a come vogliono farcela vedere. Nel 2017 parliamo di circa 130.000 richiedenti asilo, su una popolazione di 68 milioni di abitanti lo 0,2% della popolazione, mentre gli immigrati sono il 10%. Ora dai numeri possiamo ampiamente renderci conto che per quanto riguarda i richiedenti asilo il fenomeno è ampiamente gestibile per un paese ricco come l’Italia. Basterebbe eliminare la gestione emergenziale e militarizzata, farla gestire interamente dal pubblico e quindi eliminando i profitti privati e valorizzando le competenze che abbiamo costruito negli anni che in alcune situazioni vivono condizioni di lavoro precario. Bisognerebbe gestirli in piccoli centri territoriali, in apposite case della solidarietà dove si dovrebbero inserire sia richiedenti asilo e sia italiani in condizioni disagiate dovute alla crisi, per cercare di rompere alla base la differenza di trattamento tra i due fenomeni, che è l’humus principale in cui cresce il razzismo e l’odio sociale verso i diversi. Nel Piceno, invece di inventarsi qualcosa o di impegnarsi per far riuscire meglio l’accoglienza, i sindaci (anche del PD) hanno soffiato sul razzismo, hanno prestato il fianco alle manipolazioni della destra fascista e xenofoba e sono stati incapaci perfino di avviare il progetto SPRAR dove almeno si cerca di dare risposta a un’integrazione sempre resa più difficile.

Il grande problema del nostro territorio è il lavoro, cosa proporrebbe per prima cosa Gabriele Marcozzi se venisse eletto?

Io, nel caso venissi eletto, proporrei per questo territorio, innanzi tutto lo sblocco delle assunzioni nel pubblico impiego, soprattutto nella sanità e nella scuola. Troppo spesso incontro i miei coetanei che, pur avendo acquisito la laurea in qualche disciplina che va dall’infermieristica alla medicina o dalle discipline umanistiche alle scientifiche, che sono costretti ad emigrare in altri paesi o in altre regioni perché qui non trovano lavoro quando abbiamo personale ampiamente sotto-organico. Poi mi batterei per ridare centralità all’agricoltura che nel nostro territorio è rimasta una fonte di sviluppo e di lavoro importante e che deve essere rilanciata anche attraverso la costruzione di canali preferenziali per le filiere corte e il km 0. Per quanto riguarda il settore industriale, in quelle poche industrie rimaste in piedi, bisogna bloccare in tutti i modi le delocalizzazioni. Ovviamente poi bisogna accelerare la ricostruzione delle zone terremotate, altro argomento in cui il governo sta dimostrando ampi limiti e sul quale mi batterò.

In tema fiscale, immaginiamo che la vostra visione sia diametralmente opposta a quella di chi vuole una flat tax…

La Flat Tax è un enorme regalo ai ricchi oltre ad essere incostituzionale perché va contro l’art.53 che impone che il sistema fiscale deve essere improntato alla progressività. Noi proponiamo, oltre al ripristino di una seria progressività fiscale con un aumento serio della tassazione verso i grandi redditi (quando fu introdotta l’IRPEF prevedeva 32 scaglioni da un minimo di tassazione del 10% a un massimo di tassazione del 72%), anche un’imposta patrimoniale sui grandi patrimoni, il recupero dei capitali e delle rendite nascoste e politiche di contrasto dei rapporti con i cosiddetti “paradisi fiscali” da parte delle aziende. Inoltre proponiamo l’eliminazione della Cedolare Secca e una tassazione progressiva sugli immobili sfitti. Inoltre proponiamo la nazionalizzazione della Banca d’Italia e delle principali banche per la creazione di un polo finanziario pubblico che possa finanziare gli enti locali per i lavori di pubblica utilità.

Negli ultimi tempi spesso si parla di ammiccamenti in ottica di larghe intese di Liberi e Uguali nei confronti dei 5 Stelle. Voi sareste disposti a valutare in basi ai programmi l’appoggio a un’altra forza politica o la vostra strada sarà per sempre in solitaria?

Noi pensiamo che in questo momento, nel caso in cui entrassimo in parlamento, non ci sarebbero i margini per poter appoggiare un’altra forza politica in un’ottica di larghe intese. Un governo di larghe intese, in questo momento, sarebbe solo un governo funzionale alle politiche europee di austerity, di privatizzazioni, e di svendita ulteriore del nostro paese ai grandi interessi finanziari internazionali. Promettiamo, anche in virtù della radicalità del nostro programma, un’opposizione dura che tenga fermi i punti fondanti del nostro programma e dei nostri principi ispiratori.

In chiusura, qual è l’obiettivo di Gabriele Marcozzi per questo voto del 4 marzo?

Vista che la mia è una candidatura non solitaria ma discussa e approvata dall’assemblea territoriale del piceno, noi di Potere al Popolo Piceno puntiamo a contribuire in maniera rilevante a fare in modo che la nostra lista possa entrare in Parlamento! Se non dovesse accadere comunque Potere al Popolo continuerà la sua attività di costruzione del conflitto sociale e dell’opposizione nel paese, perché la politica non si ferma al risultato elettorale.

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