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Attraverso i libri e le letture più interessanti voglio accompagnarvi in un viaggio a oriente e l’occasione di parlare di questo luogo unico sono i nostri incontri giapponesi che ogni organizziamo in libreria Rinascita, con l’aiuto di Costantino Brandozzi e della maestra di Cerimonia del Tè Sumi Koga.

Quest’anno l’incontro ci sarà lunedì 3 settembre dalle ore 18.30. Saranno loro a farci da guida in un mondo lontano dal nostro e capace di sedurci con la sua armonia e raffinatezza.

Date queste premesse non posso far a meno di dedicare il post di Diverse Letture al Giappone e perciò preparatevi a una full immersion tra rituali antichissimi e immaginario pop.

Incontri giapponesi, consigli di lettura

Il primo libro che vi segnalo è una chicca molto interessante e che è stata scritta da uno dei maggiori esperti italiani di Giappone. L’autore di Iro Rio è infatti Giorgio Amitrano, traduttore di Murakami e famoso studioso della letteratura giapponese. Con la sua profonda conoscenza del Giappone ci regala un caleidoscopico viaggio fatto di ricordi, visioni e riflessioni.

Per scoprire il Giappone insieme a un cultore della materia, ricco di rispetto e curiosità per il paese dei ciliegi in fiore e dei leggiadri Ikebana.

Vi aggiungo qualche note riguardante il libro tratta dalla ricca quarta di copertina: “Dalla voce di uno dei suoi studiosi più autorevoli, un viaggio sentimentale nel Giappone reale e in quello letterario, nato da un amore lungo una vita e raccontato con straordinaria poesia. Iro in giapponese significa colore. Iro iro , raddoppiato, è una miscellanea variopinta, un insieme articolato e sorprendente. E così è questo libro, che accompagna il lettore in un viaggio inaspettato e iridescente attraverso la vita, la cultura e le contraddizioni di un Paese che esprime forse più di qualsiasi altro l’inesauribile varietà delle emozioni, delle atmosfere, dei possibili modi di essere. Scopriamo un popolo capace di provare il più innocente stupore infantile e allo stesso tempo di elaborare inquietanti perversioni; di emozionarsi davanti al glorioso splendore della fioritura dei ciliegi fino a provarne quasi paura; di correre verso il futuro a velocità ineguagliabili ma anche di rinnovare, con una costanza senza tempo, i riti della tradizione più antica. Dalle radici storiche della passione giapponese per il canto a una serata magica in un karaoke bar insieme a una scrittrice famosa; dagli imprevedibili esiti di un esercizio di calligrafia in un monastero al sottile confine che separa realtà e fantasia nelle pagine degli scrittori contemporanei, Giorgio Amitrano – che per molti è la voce italiana di Murakami Haruki e Yoshimoto Banana – ci racconta il Giappone che ha imparato a conoscere e amare, al di là degli stereotipi, dei pregiudizi e delle cieche infatuazioni che da sempre l’Occidente coltiva nei confronti di questo Paese. Ci svela un Giappone autentico, sconosciuto, multiforme: il più vero”.

Il secondo volume che vi segnalo è un libro bellissimo scritto da Yasunari Kawabata: La danzatrice di Izu. Questo volume ci parla di uno dei concetti più cari ai giapponesi: “Ichigo ichie” cioè l’attimo fuggente che va apprezzato e vissuto in piena consapevolezza e gratitudine perché sarà irripetibile e non riafferrabile.

Il testo, scritto nel 1926 e divenuto a partire dal dopoguerra immensamente popolare, è la storia dell’iniziazione di uno studente che, per scacciare i suoi «tormenti di ventenne», si mette in viaggio verso la penisola di Izu.

Un viaggio – nei colori autunnali di boschi incontaminati, catene montuose e scoscese vallate – che lo segnerà per sempre, giacché, grazie all’incontro con una giovane artista girovaga, scoprirà la pura bellezza.

Kaoru ha lunghe gambe che rendono il suo corpo simile a un giovane albero di paulonia, occhi magnifici, e quando ride pare che sbocci: ma soprattutto colpisce in lei la semplicità piena di stupore, il candore infantile nel mettere a nudo i sentimenti.

Effimera, evanescente, ineffabile nella sua assoluta naturalezza, la bellezza è dunque – come ci rivelano due magnifiche conferenze del 1969 che costituiscono il secondo pannello di questo libro – ‘ichigo ichie’, cioè incontro unico e irripetibile, miracolosa combinazione di elementi insostituibili: come il prezioso tè che viene raccolto nella prefettura di Shizuoka la ottantottesima notte dopo l’inizio della primavera, capace di regalare eterna giovinezza, lunga vita e salute.

Scoprire e registrare fugaci momenti di bellezza nell’arte, nella natura, nella vita di ogni giorno, e insieme la gioia e il dolore che suscita la sua impermanenza è precisamente, per Kawabata, la funzione della letteratura giapponese.

Il terzo libro di questa raccolta è non è scritto da un giapponese, ma da un uomo di origine occidentale che in Giappone trovò il senso più vero della sua vita. Sto riferendomi al suggestivo e sognate Ombre Giapponesi.

Un piccolo libro che raccoglie racconti e leggende perturbanti e cariche di mistero scritto da Hearn Lafcadio. L’autore, nato in Grecia, cresciuto in Irlanda, Francia e Inghilterra, vissuto in America un ventennio, celebre per i pezzi di cronaca nera e di squisita, insolita erudizione, è la persona più adatta per avvicinarci al mondo del Sol Levante della fine dell’ottocento.

Ha sapienza proteiforme e «partecipazione animica», il segreto del grande interprete. Ed è il primo a cogliere il volatile incanto del Paese degli Dei, dove resterà sino alla morte. Naturalizzato giapponese, sposa la figlia di un samurai e prende il nome di Koizumi Yakumo.

Fa di più: «pensa con i loro pensieri» e accede al kokoro, al cuore della gente. Miracolo d’innesto, assolve il delicato compito di catturare la bellezza dell’antico Nippon nel momento cruciale che precede la sua sparizione. Riporta alla luce antichi racconti orali e testi classici, facendo riscoprire anche ai nativi capolavori tuttora letti e amati.

Come Andersen e i fratelli Grimm, Lafcadio Hearn è più una letteratura che un autore. Sono qui raccolti i testi narrativi sparsi nei suoi volumetti miscellanei: racconti per lo più a sfondo fantastico, pieni di atroci vendette di fantasmi – che si manifestano come insetti, ragni, rane, salici, peonie -, di mogli abbandonate, ma anche di pietose riconciliazioni fra due mondi separati dalla sottile membrana di un fusuma.

Concludo questa carrellata dedicata al Giappone e ai libri che ce lo raccontano meglio con un libro di uno degli autori più complessi e interessanti del panorama della letteratura contemporanea, Haruki Murakami.

Lo scrittore è autore di visioni surreali e uniche e nel suo vasto canone voglio segnalare un libro suggestivo e misterioso: “la fine del mondo nel paese delle meraviglie” (http://libreria.rinascita.it/libri/MURAKAMI-HARUKI/FINE-DEL-MONDO-E-IL-PAESE-DELLE-MERAVIGLIE-(LA)/978880621697) .

Solo un breve assaggio… “In una piccola e spettrale città chiusa dentro mura che la separano dal resto del mondo, vivono abitanti privi dell’ombra e dei sentimenti, tranquilli al riparo di ogni emozione. Tra di loro, un nuovo arrivato ha il compito di leggere “i vecchi sogni” nel teschio degli unicorni, unici animali del luogo, cogliendo frammenti di memorie e di un’altra vita, di un’altra possibile dimensione. In parallelo, in un’asettica disumana e futuribile Tokyo, un uomo sarà coinvolto da uno scienziato tanto geniale quanto sconsiderato in un esperimento a rischio della vita che lo porterà a calarsi nei sottosuoli della città, in lugubri voragini animate da creature mostruose e maligne, metafore delle paure che agitano la coscienza di tutti. Ed è proprio lì, nel buio fondo della mente, che si troverà la chiave dell’enigma, la soluzione del mistero che lega i personaggi dei due mondi, che sono in realtà l’uno il riflesso dell’altro. Sarà possibile lo scambio tra le due dimensioni, il passaggio in entrambi i sensi, o il viaggio sarà senza ritorno?”.

Il Giappone dunque non è solo un paese ma è anche un luogo della mente, lo scenario di una possibilità di letteratura e filosofia diverse dalle nostre, capace di suscitare emozione e farci scoprire un modo diverso di essere nella realtà.

La leggerezza, la disciplina e l’armonia sono la chiave di lettura della sensibilità del sol levante e spero che l’appuntamento del 3 settembre alla Rinascita e i tanti libri che vi ho suggerito possano aiutarvi a scoprire meglio questo ammaliante universo.

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