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A Palazzo Chigi raggiunto l’accordo del consiglio dei ministri sulla manovra fiscale con all’ordine del giorno il decreto fiscale e il disegno di legge di bilancio 2019/2021 che determinerà la cosiddetta manovra del nuovo governo giallo-verde. 

Via libera, quindi, alla pace fiscale, quota 100 a partire da febbraio. L’ipotesi, quindi di far slittare l’uscita dal lavoro a 62 anni e 38 anni di contributi non slitta ad aprile del prossimo anno, ma a febbraio. Una manovra che dirà addio alla Legge Fornero, così come promesso da Matteo Salvini.

La manovra approvata  dal CdM dovrà ora finire sul tavolo della Commissione europea e a fine mese sapremo se Bruxelles avrà bocciato o promosso le decisioni italiane.

Cosa prevede la Manovra fiscale

La manovra vale ben 37 miliardi grazie ai cambiamenti che metterà in atto. Tagli previsti per i ministeri,  l’immigrazione e pensioni d’oro. Pace fiscale con tetto a 100mila euro non dichiarati, riduzioni per le Star up under 35, flat tax per gli autonomi e pensioni a quota 100.

Ecco un excursus delle diverse misure contenute nella manovra sul piano fiscale.

Tagli ai Ministeri e immigrazione

Una delle prime modifiche che questa manovra vuole attuare è aggiungere un ulteriore taglio annuale ai Ministeri.

Difatti per legge questi sono già obbligati ad avere tagli annuali per 1 miliardo di euro, con la manovra l’impegno dei Ministeri potrebbe salire a 3-4 miliardi annuali.

Tale taglio si estenderebbe anche all’immigrazione. Una riduzione di “oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro per il triennio (oltre 500 milioni subito, a partire dal 2019)

Pace fiscale

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Sulla pace fiscale se ne è dibattuto tanto e l’accordo finale parte già con un tetto di 100mila euro e stabilisce un’aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già fatto e presentato la dichiarazione dei redditi.

E’ una modifica “per aiutare chi non ce la fa con le cartelle Equitalia, ma non ci sarà nessun salvacondotto per chi evade” ha affermato Di Maio.

Con la manovra si potranno infatti sanare le pendenze con il Fisco pagando per intero la somma originaria dovuta ma senza interessi e sanzioni dilazionando i pagamenti in 20 rate in 5 anni.

Per le cartelle esattoriali fino al 31 dicembre 2010 c’è invece un condono tombale; questo significa che verranno automaticamente eliminati debiti fiscali, multe e tributi comunali dovuti senza che il contribuente debba fare niente.

Per le cartelle successive al 2010, invece, scatta la misura di rottamazione estesa in diversa modalità ai contenziosi già avviati.

Fatturazione elettronica

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La manovra prevedere l’introduzione e utilizzo obbligatorio della fattura elettronica.

Un nuovo sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture, abbandonando il cartaceo e riducendo i costi legati alla gestione della fatturazione tradizionale.

Per saperne di più leggi l’approfondimento “Fattura elettronica: come funziona e a che serve”.

Flat tax per gli autonomi

La manovra in questo caso prevedere un’estensione del forfait del 15% già esistente per i professionisti ad altre categorie come autonomi, Snc, Srl e Sas.

Sarebbe prevista un’aliquota al 15% per le partite iva fino a 65mila euro di reddito, mentre da 65 a 100mila l’aliquota salirebbe a 20%.

Anche le aziende e star up create dagli under 35 godrebbero di questo cambiamento con uno sconto al 5%.

Eliminazione Ace e Iri

Con un recupero finanziario di 3 miliardi e sempre per venire in aiuto alle agevolazioni fiscali per le imprese, saranno eliminate l’Ace – l’Aiuto alla Crescita Economica – e l’imposta Iri.

Quest’ultima morta sul nascere, attesa per gli inizi di gennaio 2019 era destinata prevalentemente al mondo delle Pmi.

Reddito e pensione di cittadinanza

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Uno stanziamento di 10 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza in una misura che prenderà piede nei primi tre mesi del 2018. Dei 9 miliardi 2,6 saranno presi dalle risorse per il Rei e 1 miliardo sarà destinato unicamente al rinforzamento dei Centri per l’impiego.

Uno stanziamento, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, che nello specifico si traduce in un contributo da 780 euro da destinare in forma di integrazione ai pensionati – invalidi, minime e assegni sociali – da gennaio 2019 e ai disoccupati da marzo 2019 quando saranno pronti a partire i Centri per l’impiego.

L’assegno sarà elettronico e caricato sul bancomat, di modo che i movimenti e gli acquisti possano essere controllati. Per averlo bisognerà essere sì disoccupati ma anche frequentare corsi di formazione, fare almeno 8 ore a settimana di lavori socialmente utili e rispondere alle proposte di lavoro. 

Tale proposta di lavoro avrà una specifica geografica, di modo da non penalizzare chi non accetterò come prima offerta un lavoro al di fuori della propria città o Regione.

Tagli alle “pensioni d’oro”

Un taglio già preannunciato da Di Maio che afferma come questa modifica riuscirà a portare nelle tasche dello stato ben 1 miliardo di euro in tre anni.

La manovra in questo caso prenderebbe in considerazione gli assegni sopra i 4.500 euro netti al mese.

Riforma Legge Fornero e la quota 100 

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La riforma della legge vede l’introduzione della cosiddetta quota 100.  Per andare in pensione la somma di età anagrafica e versamenti di contributi dovranno rispettare dei vincoli e essere almeno pari a 100. Per arrivare a 100 saranno contati i 62 anni d’età e 28 anni di contributi.

Una riforma che riguarda le pensioni ed entrerà in vigore entro febbraio/marzo 2019 con un costo totale di 7 miliardi di euro. Per saperne di più clicca qui.

Investimenti e Pil

Un punto importante e caro al ministro dell’Economia Giovanni Tria è quello riguardante gli investimenti. La previsione prevede un valore dello 0,2 del Pil ossia quasi 3,5 miliardi di euro.

L’obiettivo principale è quello di sbloccare le risorse finanziare ma mira mira a aiutare gli investimenti a livello locale, i bilanci dei Comuni – compresi i Comuni in perdita – e una revisione dei paletti per gli appalti senza gara.

Appalti

Presente nel testo relativo al fisco anche gli appalti, alzando il limite dei 40.000 euro ed equiparando gli affidamenti senza gara fino ai livelli europei, ossia intorno ai 200.000 euro.

Tale capitolo prende spunto dal caso Bremini, imprenditore simbolo dei fallimenti “per colpa dello Stato” e degli appalti.

Decreto taglia leggi

Infine nella manovra si presenta anche un decreto “taglia scartoffie e leggi inutili“. Un decreto in grado di cancellare oltre 100 adempimenti per le imprese per snellire i procedimenti.

Contiene inoltre anche misure per assicurare un r.c. auto più “equa” e l’eliminazione delle cariche di commissario alla sanità e di Governatore regionale.

Leggi anche: Decreto Salvini, tutte le novità su sicurezza e immigrazione

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