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Classifica verde urbano, la Provincia di Ascoli Piceno è ultima nelle Marche e al 68° posto a livello nazionale. E’ quanto emerge dalla XXV edizione di “Ecosistema Urbano”, l’annuale rapporto sullo stato di salute, a livello ambientale, delle città capoluogo di Provincia italiane, realizzato da Legambiente con il contributo dell’Istituto di Ricerche “Ambiente Italia” e la collaborazione editoriale de “Il Sole 24 Ore”.

Nella ricerca presentata a Milano, i quali dati fanno riferimento al 2017, la prima Provincia delle Marche è Macerata, che si trova al 9° posto in Italia, seguita da Pesaro (17° posto) e Ancona (37° posto). Fermo non è stata, invece, compresa nella statistica.

In testa alla classifica dei 104 capoluoghi considerati c’è la Provincia di Mantova, seguita da Parma e Bolzano; la graduatoria è chiusa dalle Province di Agrigento e Catania.

Un dato che fa riflettere, è quello relativo alla qualità dell’aria: Pesaro offre prestazioni sufficienti; mentre le performance di Ascoli Piceno, Ancona e Macerata risultano insufficienti.  

Classifica verde urbano, male Ascoli

La performance poco incoraggiante di Ascoli Piceno (68° posto in Italia) è dovuta a prestazioni non sufficienti in molti degli indicatori considerati. Alcuni esempi sono la raccolta differenziata che si attesta solo al 47.3%, ma anche la produzione pro capite di rifiuti che è di 537 kg/abitante all’anno.

Altro dato negativo sono i corpi idrici in “stato chimico buono”, che oscillano tra lo 0% e il 25% del totale. La classificazione dello “stato chimico” dell’acqua misura gli impatti determinati sul corpo idrico da un ampio insieme di fattori; in partico­lare, le sostanze che concorrono allo “stato chimico” dei corpi idrici possono derivare da molteplici settori (agricoltura, comparti produttivi, civili-depuratori e fanghi).

L’elevato piazzamento di Macerata (nono posto in Italia) è dovuto a importanti progressi ottenuti in settori chiave della ricerca. Ottimo è il dato relativo alla raccolta differenziata dei rifiuti, dove Macerata è tra le migliori città marchigiane con il 71.7% di raccolta differenziata.

La città di Padre Matteo Ricci, inoltre, risulta virtuosa per la percentuale di dispersione di acqua in rete, poiché è riuscita a limitare le perdite sotto il 15%. Un punto debole della città è, invece, la scarsa presenza di piste ciclabili e di aree pedonali (che sono rispettivamente 1,41 metri ogni 100 abitanti e 0,22 mq/abitante.

Pesaro è la Provincia che ha recuperato più posizioni (è passata dal 24° al 17° posto). L’idea di una Bicipolitana, un percorso ciclistico cittadino dotato di segnaletica propria del trasporto pubblico locale (con linee, fermate, collegamenti), ha fatto sì che il 29% dei cittadini pesaresi usino la bicicletta per i loro spostamenti quotidiani. Inoltre, con 35 alberi ogni 100 abitanti, una piccola oasi verde delle Marche. Poco confortante, invece, il dato relativo alla produzione pro capite di rifiuti urbani, con 755 kg/abitante all’anno.

Al 34° posto della classifica nazionale, Ancona rimane nella media degli anni passati. Il capoluogo delle Marche è caratterizzato da un elevato utilizzo, da parte dei cittadini, del trasporto pubblico locale, (in media, 108 viaggi per abitante annui).

A influire sul piazzamento intermedio, il dato relativo alla percentuale di raccolta differenziata, che si ferma al 53.7%. Altre carenze si trovano, poi, nelle poche aree pedonali fruibili e nella scarsa presenza di piste ciclabili.

Classifica verde urbano, i criteri

Sono 17 gli indicatori utilizzati nel 2018 per mettere a confronto i 104 capoluoghi di Provincia italiani nella Classifica verde urbano.

Tre sono gli indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre quelli sulla gestione delle acque (consumi idrici domestici, dispersione della rete e depurazione), due indici sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), tre indicatori sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto, piste ciclabili e isole pedonali), uno sull’incidentalità stradale, uno sulle energie rinnovabili e un altro sull’uso efficiente del suolo. Anche quest’anno è stato inserito l’indicatore relativo alla presenza di alberi in area urbana, dato che tutti i Comuni sopra i 15mila abitanti dovrebbero tenere conto di questo criterio.

Secondo Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche, “la riconversione ecologica delle nostre città è il grande obiettivo da raggiungere nei prossimi anni, perché è da qui che passa la sfida dell’innovazione e della sostenibilità ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici”. “Chiediamo a tutti gli enti locali – conclude la Pulcini – di promuovere politiche capaci di favorire l’innovazione, la sostenibilità e la rigenerazione urbana. Il cambiamento deve partire da una nuova mobilità pubblica, da un numero maggiore di piste ciclabili, dalla riduzione dell’inquinamento atmosferico, da una migliore raccolta differenziata spinta e da una riduzione della produzione di rifiuti pro capite”. 

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