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Gli spaghetti italiani prodotti in Germania, gli “spagheroni” olandesi, l’olio extravergine d’oliva italiano che arriva dagli Usa o il wine kit canadese per produrre Verdicchio doc in casa. Tutto falso Made in Italy, come ha denunciato Coldiretti Marche annunciando la mostra di giovedì 8 novembre alla Mole Vanvitelliana dove si parlerà di agroalimentare e legalità. “L’agroalimentare italiano punta sulla legalità”, il titolo del convegno.

Falso made in Italy, Marche in prima linea

La mostra sarà arricchita da un convegno organizzato da Coldiretti Marche alla presenza del procuratore Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio nazionale sulle agromafie. Un importante appuntamento di approfondimento visto che la contraffazione del Made in Italy fattura ogni anno circa 60 miliardi di euro. E che una seria lotta alla contraffazione potrebbe incentivare anche le esportazioni agroalimentari marchigiane che, secondo dati Istat rielaborati da Coldiretti Marche, valgono oltre 173 milioni di euro nel primo semestre 2018, in calo di circa l’1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Con Caselli, sul palco come relatori anche Stefano Masini (capo area Ambiente e Territorio Coldiretti Nazionale), il comandante del Nas delle Marche, Sandro Sborgia e Antonio Iaderosa, direttore dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari per Marche, Emilia Romagna e Lombardia).

A chiudere le conclusioni di Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche.

Coldiretti Marche, le parole della presidente Gardoni

“Il grande valore economico e culturale del nostro agroalimentare – spiega la Gardoni – ha paradossalmente un suo rovescio della medaglia che si manifesta nel vizioso operato delle agromafie le quali, sfruttando la fertilità della filiera del cibo, danneggiano produttori agricoli e cittadini.

I fenomeni distorsivi del mercato, la concorrenza sleale e l’illegalità compromettono ogni giorno il nostro settore così importante per la crescita e la stabilità dei nostri territori. Dal terreno alla distribuzione, le attuali strutture normative a livello nazionale, comunitario e internazionale stanno giocando un ruolo chiave nella proliferazione dei fenomeni distorsivi.

Il mercato del cibo ha bisogno di regole giuste che possano definirlo libero e trasparente. Per questi motivi è sempre più urgente l’approvazione della riforma dei reati agroalimentari che ha la finalità di rivedere l’intera materia penale riguardante il settore, la piena attualizzazione dell’etichettatura di origine, il rifiuto di ogni processo che implichi l’omologazione produttiva, l’efficientamento dei controlli e l’attuazione di sanzioni adeguate”.

Maria Letizia Gardoni nella giunta nazionale Coldiretti

Maria Letizia Gardoni è la prima marchigiana della storia a entrare nella giunta nazionale di Coldiretti. La nomina è arrivata nel corso dell’Assemblea dei delegati di tutte le regioni riunita presso Palazzo Rospigliosi a Roma, sede della maggiore organizzazione di imprese agricole d’Italia con 1,6 milioni di associati, che ha eletto il lombardo Ettore Prandini alla presidenza nazionale.

Osimana di 29 anni, la Gardoni è presidente di Coldiretti Marche oltre che delegata nazionale di Giovani Impresa. Entra a far parte della giunta confederale più giovane di sempre con un’età media di 41 anni e 9 mesi, poco inferiore a quella media dei presidenti delle Federazioni Coldiretti sul territorio che è di 43 anni e 10 mesi, anch’essa la più bassa della storia.

Con lei, in giunta, anche Nicola Bertinelli (Emilia Romagna) e David Granieri (Lazio) e Gennaro Masiello (Campania), nominati alla vicepresidenza, oltre a Francesco Ferreri (Sicilia), Daniele Salvagno (Veneto), Savino Muraglia (Puglia) e Roberto Moncalvo (Piemonte).

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