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Provincia Ascoli Piceno: Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega a una settimana dal voto per le Provinciali 2018 analizzano il risultato della consultazione che ha visto coinvolto 426 consiglieri e sindaci di 33 comuni.

Provincia Ascoli, i numeri del voto

Il candidato presidente rappresentante del centrodestra Pasqualino Piunti vantava un monte voti ponderati pari a 39.569, ovvero quelli dei 147 amministratori dei 6 comuni di area centrodestra. La Sinistra picena poteva invece contare su un pacchetto voti ponderati di 261 amministratori dei 26 comuni di area centrosinistra, pari a 53.791 voti. Erano 6.428 erano invece i voti ponderati che il M5S, che ha scelto di estraniarsi dalla competizione, aveva in dote con i 18 amministratori pentastellati distribuiti in 8 comuni della provincia.

“Potendo contare su un vantaggio di oltre 14.000 voti ponderati sulla griglia di partenza, la prima cosa sorprendente è stata la rinuncia del PD ad una cosiddetta candidatura organica al partito. – hanno commentato in una nota Marcello Fiori (Forza Italia), Marco Fioravanti (Fratelli d’Italia) e Maria Andrea Antonini (Lega) – Quando diciamo che Sergio Fabiani è l’unico vincitore delle Provinciali, ovviamente insieme ai suoi due principali sponsor, lo facciamo a ragion veduta considerando il fatto che mentre il Centrodestra ha confermato la totalità dei propri 39.386 voti di partenza (nonostante un’astensione del 16% degli aventi diritto al voto), la Sinistra ha perduto per strada quasi 7.000 voti (53.791 voti iniziali – 46.922 voti ottenuti) confermando l’emorragia che sta attanagliando il partito di Renzi & C”.

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Il commento del Centrodestra

“I festeggiamenti di alcuni esponenti del Pd, – hanno aggiunto –  talvolta scomposti come quello del segretario Terrani che quasi è arrivato a pubblicare il codice fiscale dei votanti, non trovano a nostro avviso riscontro nella realtà dei fatti, essendo che non è un dato secondario rammentare ancora una volta che i votanti erano in larghissima parte amministratori eletti nel 2014 (25 comuni su 33), ovvero in un’epoca politica jurassica rispetto all’attuale stato delle cose. Un convinto grazie – hanno concluso – va riconosciuto al sindaco di San Benedetto del Tronto Pasqualino Piunti che, pur conoscendo benissimo lo scarto iniziale dal quale si partiva, con un atto di amore ed attaccamento al centrodestra si è messo a disposizione per non lasciare campo libero ad un Pd agonizzante che presto, quando voteranno i cittadini, prenderà consapevolezza del fatto che ha davvero poco da festeggiare”.

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Critiche dal Pd ascolano

“La destra di questa città, non riesce proprio ad accettare la pena. Ancora ieri è tornata a ragionare, per dare un’interpretazione solo numerica, artificiosa, non saprei quanto consolatoria della sconfitta alle elezioni del presidente della nostra Provincia, tutto questo appunto per non pagare pegno”. Così Eloisa Merciai, segretaria Pd Porta Maggiore, ha commentato le analisi fornite dal centrodestra.
“In sostanza però sottraendo l’esito alla fredda conta dei pesi e contrappesi è lecito dire che il centrodestra perde rovinosamente e non solo, ma si mostra diviso e lacerato da lotte intestine neppure tanto nascoste. – ha aggiunto l’esponente Pd – Il Pd vince perché forte di un progetto politico condiviso da una larga coalizione di partiti e forze civiche, in continuità con il percorso virtuoso intrapreso dall’amministrazione provinciale guidata da Paolo D’Erasmo. Perde Pasqualino Piunti, sindaco di San Benedetto, un Piunti che era sicuro di vincere e per questo si era candidato, costretto dallo stratega Castelli. Puntavano sul voto dei cinque stelle ed eventuali defezioni del centrosinistra che invece non ci sono state ma si sono verificate al contrario e questo ai fascisti non scende proprio giù”.
 
“Vince Sergio Fabiani, sindaco di Montegallo, un uomo che unisce perché scelto e votato dal territorio, dalla montagna alla costa. Il centro sinistra rispetto alle elezioni del consiglio di due anni fa,  aumenta i voti, nonostante un comune in meno (Castel di Lama). A questo punto – ha concluso Merciai – le lacune del centrodestra della città non sono solo grammaticali, ma anche matematiche. Potremmo eventualmente regarargli una calcolatrice.
E allora il centrodestra cambia accettando come si faceva da bambini serenamente la sconfitta”.
 
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