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Ricostruzione: la bretella della discordia non si farà. Pare infatti che, almeno per il momento, la Valle di Capodacqua ad Arquata del Tronto sia salva e che si sia scongiurata la realizzazione della bretella stradale a ridosso dell’acquedotto idrico.

La strada che collega le Marche all’Umbria non può passare attraverso il paese, che peraltro è stato dichiarato zona rossa.

La decisione è arrivata ieri mattina, quando una delegazione dei comitati Ancora Capodacqua e Capodacqua viva sono stati ricevuti dapprima dal Prefetto e hanno partecipato alla conferenza dei servizi svoltasi alla presenza di Ciip, Arpam, Ato, Asur, provincia e comune di Arquata, Anas ed ente attuatore. 

Tutti gli enti hanno dato parere megativo, poiché non sussistono al momento i requisiti tecnici ambientali e legali per poter procedere alla realizzazione del bypass.

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Ricostruzione, la denuncia del comitato Ancora Capodacqua

A dare l’allarme è il neo comitato cittadino “Ancora Capodacqua” con Luciana Cortellesi, Monia De Angelis, Giuliano Mancini, Pietro Cortellesi e Berardina De Cesare, che hanno ipotizzato che la realizzazione di un simile progetto potrebbe di fatto cancellare la piccola frazione che è diventata famosa per aver fatto dal sfondo al famigerato film “Serafino” con Adriano Celentano.

Infatti Anas appoggiata dalla Regione Umbria, secondo il comitato, vorrebbe costruire la strada proprio sulla frazione, tagliandola di fatto in due. Questa nuova strada, però, sarebbe soltanto temporanea, in quanto concepita soltanto per agevolare i lavori della strada provinciale che dovrebbe presto collegare Umbria e Marche.

“Ciò non toglie, però, che questa è una trasformazione definitiva, perché l’asfalto resterà per sempre, anche se la strada verrà costruita da un’altra parte e sfigurerà per sempre questa valle”.

Il rischio idrogeologico e il no della Ciip

Non solo, vi è il rischio tangibile che la cementificazione del suolo vada a rovinare l’equilibrio idrogeologico di quella che è la sorgente più importante del nostro territorio, ovvero quella di Capodacqua Pescara, che prima del sisma rilasciava più di 400 litri di acqua al secondo, riuscendo da sola a soddisfare quasi tutto il fabbisogno idrico della provincia.

“Asfaltare il terreno vicino alla sorgente vuol dire inquinarlo ed alterarne l’equilibrio” – sottolineano gli esponenti del comitato – “Impermeabilizzare la valle, potrebbe poi comportare anche il rischio di frane verso il paese sottostante”.

Si aggiunga poi che anche Ciip sembra essere preoccupata per una simile decisione, tanto che agli incontri precedenti della conferenza dei servizi ad oggi sospesa, aveva espresso il suo parere negativo assieme ad Arpam.

Dunque la decisione necessiterebbe di essere rivista, perché pericolosa – a detta del comitato – su più fronti. Andrebbe a deturpare in maniera irreversibile un paesino già incluso nella riperimetrazione effettuata dal comune di Arquata, che dunque, almeno sulla carta dovrebbe essere ricostruito, privandolo della bellezza naturale della valle, precludendone la rinascita. –

Potrebbe inquinare la sorgente, sebbene Anas stessa nei giorni scorsi ha dichiarato che l’intenzione è tutt’altra.

Ma non ci sarebbe un’alternativa per non rallentare la ricostruzione e non cementificare la valle di Capodacqua? Secondo il comitato sì, e sarebbe quella di sistemare la vecchia Nusina, la strada che collega Umbria e Marche passando per Forca Canapine, l’unica stazione sciistica dell’Umbria che di certo ci guadagnerebbe.

Ovviamente la strada necessiterebbe di qualche lavoro in più, ma davvero è meglio cementificare ex novo una valle piuttosto che recuperare quanto già esistente, magari allungando un po’ i tempi?   

La risposta la si attende dagli enti preposti, che sospesa l’imminente conferenza di servizi del 20 Dicembre, dovranno comunque riunirsi per adottare un provvedimento definitivo entro breve termine.

Intanto, il prossimo 20 Dicembre alle ore 11.30, il comitato Ancora Capodacqua si dà appuntamento davanti alla Prefettura di Ascoli Piceno per far sentire la propria voce e ribadire che la valle non si tocca.        

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