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Indetto per venerdì 15 marzo uno sciopero edilizia da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Un settore fortemente in crisi che lamenta un’emorragia di oltre 600 mila posti di lavoro, con 120.000 aziende chiuse, di cui il 90% di dimensioni piccole e medie. 

Soltanto nelle Marche, dal 2008 al 2018 si sono persi 13.000 posti di lavoro e hanno chiuso 3.000 aziende mentre le ore lavorate nelle Marche sono passate da 25 milioni ad appena 13 milioni.

A questo quadro preoccupante si aggiungono i dati allarmanti post sisma: solo l’8% circa dei 42.000 edifici danneggiati sono stati infatti ricostruiti. In ogni caso, la ricostruzione post sisma potrebbe essere per le Marche un volano importante.

Il settore delle costruzioni nelle Marche, i numeri

Sul lato infrastrutturale nelle Marche sono fermi investimenti per 5 miliardi di euro stanziati negli ultimi anni, bloccati per problemi amministrativi o burocratici o peggio ancora per problemi delle aziende vincitrici degli appalti.

I sindacati denunciano come nella nostra regione siano ferme al palo opere importanti come:

  • Quadrilatero (230 milioni di euro di lavori ancora da realizzare e tavolo di crisi Astaldi aperto al Mise);
  • Nuovo Ospedale INRCA di Ancona (48 milioni di euro e tavolo di crisi CMC aperto al Mise);
  • Nuovo Ospedale Salesi (56 milioni di euro);
  • realizzazione nuova sede ferroviaria Montemarciano-Falconara Marittima (appalto RFI da circa 65 milioni di euro);
  • completamento Fano-Grosseto (valore opera circa 310 milioni in attesa del via libera ministeriale); Intervalliva Tolentino – San Severino Marche;  Galleria “Passo del Cornello” (iniziata 24 anni fa, scavata per 500m e lasciata al suo destino…); 
  • Svincolo S.S.77 a Civitanova Marche e bretella Macerata-La Pieve.

“La pesante crisi del settore delle costruzioni ha determinato anche la chiusura di alcune principali aziende del mobile e dei materiali da costruzioni come: Desi Mobili – Sicc – Bizzarri – Gatto – Bontempi – Sifa – Febal – Sacci – Foresi – Dignani”.

Sciopero edilizia, le richieste dei sindacati

Da qui lo sciopero edilizia di 8 ore che coinvolgerà tutti i settori dell’intera filiera delle costruzioni. “Dopo 25 anni si fermeranno tutti i lavoratori e le lavoratrici dei cantieri, delle fabbriche del legno e dell’arredo, delle cave e delle fornaci di tutte le Marche per manifestare in piazza del Popolo a Roma”.

“Chiediamo al Governo di istituire un tavolo di crisi a Palazzo Chigi dove affrontare questa inusuale e lunga crisi delle costruzioni e contemporaneamente con la nostra iniziativa lanciamo proposte concrete per rilanciare il Paese e quindi il settore delle costruzioni.

Occorre, pertanto, una cabina di regia nazionale per riaprire i cantieri con politiche mirate che intervengano tanto con strumenti finanziari mirati per le imprese del settore (un Fondo nazionale di Garanzia) che per sbloccare le grandi opere da Nord a Sud.

Dobbiamo qualificare le stazioni appaltanti sempre meno in grado di progettare e di rendere esecutivi i bandi fatti. Occorre un piano per la qualità delle materie prime al servizio di ristrutturazioni, rigenerazione e anti sismico, di nuove politiche abitative.

Occorre una sistematizzazione degli incentivi, da quelli per le ristrutturazioni a quelli per il risparmio energetico e per il bonus mobile.

Serve una politica di tutela e riconversione dell’occupazione nei settori dei materiali, serve qualificare l’impresa e contrastare il dumping contrattuale soprattutto in edilizia con un sistema che premi qualità e sicurezza.

Serve una sburocratizzazione mirata di diversi passaggi del Codice Appalti senza ridurre tutele e diritti e senza tornare alla liberalizzazione dei sub appalti o al massimo ribasso”.

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