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Il territorio Piceno, ferito gravemente dal sisma del 2016, sta cercando (e riuscendo) a riprendere vita con un ritorno alle radici. Il 22 marzo 2019 si è tenuta l’anteprima nazionale della mostra antologica “Forme del Paesaggio. 1970 – 2018” del Maestro Tullio Pericoli, ospitata dal prestigioso spazio espositivo di Palazzo dei Capitani, affacciato sul salotto cittadino di Piazza del Popolo, che sarà aperta al pubblico per oltre un anno, dal 22 marzo 2019 al 3 maggio 2020.

L’esposizione, a cura di Claudio Cerritelli, verte interamente sul tema paesaggistico, con 165 opere esposte, ed è stata classificata dalla rivista Artribune tra le 10 migliori mostre del 2019.

Lo scopo è quello di rendere la personale dell’artista un vero e proprio “evento espositivo”, con l’organizzazione di eventi a tema che verranno resi pubblici nel corso dell’anno – dichiara Carlo Bachetti Doria, organizzatore con Maurizio Capponi della manifestazione.

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Tullio Pericoli, l’artista

Tullio Pericoli nasce a Colli del Tronto nel 1936, piccolo borgo nella vallata picena.

Sceglie sin dagli esordi il paesaggio marchigiano come soggetto prediletto della sua pittura, anche se nel 1961 si trasferisce a Milano dove tuttora vive e lavora. Collabora con quotidiani italiani e internazionali, tra cui il Corriere della Sera, L’Espresso, il New Yorker, il Guardian, El Pais e, dal 1984, La Repubblica, con la quale ha un rapporto di lavoro aperto ancora oggi.

L’esposizione Forme del Paesaggio

La mostra si articola in sette sale, corrispondenti a differenti periodi pittorici dell’artista. La visita procede a ritroso, iniziando dall’ambiente che ospita le opere più recenti, quelle legate al sisma del 2016, che ha sconvolto e mutato l’aspetto delle dolci colline da sempre ritratte da Pericoli. Il paesaggio viene raffigurato come dissestato, svuotato di ogni riferimento naturale o culturale, si avverte un senso di spaesamento ma non viene abbandonata la positività, nella speranza della possibilità di ricostruire e nella consapevolezza che la natura cambia, esattamente come l’uomo.

Si avanza, poi, passando per le altre stanze, sino ad arrivare all’ultima che ospita le prime prove, realizzate negli anni ‘70, le Geologie, dove ritroviamo la ricerca materica giovanile nel rendere l’energia tellurica che permea la Terra, preistoricamente selvaggia. Tra l’altro, è la prima volta che le Geologie vengono riunite ed esposte.

Le sale della mostra sono state aperte al pubblico dalle ore 16.00 di venerdì 22 marzo, con l’ausilio e le spiegazioni degli aspiranti ciceroni della classi IV e V dell’Istituto Statale d’ArteO. Licini”, in occasione delle giornate FAI di primavera.

La mostra sarà aperta tutti i giorni, escluso il lunedì.

Orario: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: 10.00/13.00 – 16.00/19

Sabato, domenica, festivi e prefestivi: 10.00/20.00

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