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Festival dell’Appennino, in arrivo l’ottava edizione, inaugurata in anteprima con gli appuntamenti e i trekking urbani di Ascoli Piceno (2 giugno) e Montedinove (8 giugno). 

Festival dell’Appennino, edizione estiva 2019

Quello del 2019 è il secondo anno legato alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che, con la progettualità del piano triennale, nell’ambito del bando Masterplan Terremoto, è stata indispensabile per la realizzazione dell’iniziativa.

“La forza del Festival”, specifica Andrea Antonini, “consiste nell’essere stato precursore, per lo meno nel Centro Italia, di un progetto che dia risonanza e ruolo di protagonista assoluto al territorio, fatto confermato anche dai diversi, e a volte ben riusciti, tentativi di imitazione”. Infatti, i vari appuntamenti, sono strutturati in modo simile: si parte con una passeggiata alla scoperta di luoghi nascosti del territorio, per poi proseguire con uno spettacolo legato al luogo in cui ci si trova.

Il Festival mette, poi, insieme Comuni e Associazioni che operano nel territorio, creando sinergie tra realtà locali e amministrazioni, in una prospettiva di rilancio e valorizzazione degli ambienti montani e pedemontani, a livello anche turistico: dallo scorso anno, infatti, sono proposti spettacoli in lingua inglese (testi di Cesare Catà), plasmati su storie e leggende locali, messi in scena da un gruppo formatosi sotto la regia di Christian Mosca.

Festival dell’Appennino 2019, le novità

Dal 15 giugno il Festival comincia nuovamente a portare persone nelle aree del cratere, fortemente colpite dal sisma del 2016. Il primo appuntamento è sabato 15 giugno, a Spelonga, in occasione della Festa Bella, che si svolge ogni 3 anni.

Gli appuntamenti estivi sono in tutto 10. Particolarmente degne di nota, secondo Carlo Lanciotti, sono le giornate del 30 giugno, quando si arriverà al Lago di Pilato, del 6 luglio, che sarà legata alla Sibilla e si svolgerà tra Altino e Santa Maria in Pantano, e i giorni finali, del 22 settembre, sull’ascolana Montagna dei Fiori, fino a concludere il 28 settembre alla Grotta del Petrienno, nell’Appennino perduto.

“Le novità principali della nuova edizione”, spiega Valeria Nicu, “sono i laboratori legati alle piante tradizionali e al loro uso nella cultura popolare. Ad esempio, il 21 giugno, l’APS “Libero Spirito” curerà la preparazione dell’acqua di San Giovanni. In più, inevitabilmente, alcuni appuntamenti dell’anno corrente sono legati alla celebrazione del 750° anno dalla nascita di Cecco”.

Ha sottolineato Stefano Treggiari, Presidente di Libero Spirito, che “il punto cardine è l’approccio al paesaggio e al territorio, con interesse al tradizionale”. Il Festival, insomma, punta a far restare il territorio impresso nella mente dei partecipanti, anche in una prospettiva di futuro ritorno e frequentazione. 

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