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Ascoli Calcio: il preparatore dei portieri Massimo Marini si presenta ai suoi nuovi tifosi e spiega tanti aneddoti della sua carriera.

Ascoli Calcio: chi è Massimo Marini?

Massimo Marini è nato quarantotto anni fa a Verona. Ha iniziato la sua carriera da preparatore di “numeri uno” nel settore giovanile del Brescia, dove è rimasto due anni prima di trasferirsi per tre stagioni all’Hellas Verona in Lega Pro. A seguire un anno al Sud Tirol con Mister Stroppa, che lo porta con sè al Pescara, dove resta cinque stagioni, due in Serie A e tre in B. Nella stagione 2018 il ritorno al Sud Tirol e l’incontro con Mister Paolo Zanetti.

“Con Paolo è scattato subito il feeling e le sue idee di allenamento collimavano perfettamente con le mie – dichiara Massimo Marini – . Abbiamo caratteri molto simili ed entrambi abbiamo sempre voglia di vincere oltre ad una grande dedizione al lavoro, aspetto che accomuna tutti noi componenti dello staff. Siamo focalizzati sul lavoro dal mattino alla sera e non soltanto nelle due ore di lavoro in campo. Quando mi ha chiesto di seguirlo all’Ascoli sono stato subito entusiasta perché si tratta di una società storica e importante e poi mi riavvicinavo un po’ a casa dal momento che vivo da anni a Roseto pur essendo veronese”.

“Ho trovato tre ragazzi veramente in gamba, hanno tanta voglia di allenarsi, sono in cerca di rivincita – risponde il preparatore bianconero riferendosi ai tre portieri attualmente nella rosa del Picchio -.  Lanni è un portiere veramente forte che negli ultimi due anni ha avuto qualche problemino fisico, è un professionista serio che si sta allenando con grande voglia. Fulignati vuole rilanciarsi dopo l’anno a Cesena, ha giocato pochissimo lo scorso anno. Novi è il più giovane, ha basi tecniche già ben avanzate, è un ragazzo interessante, si è messo a disposizione a 360°, con lui ho impostato un lavoro meno fisico e più tecnico, ma siamo sulla stessa linea di un portiere evoluto, era abituato a lavorare bene col suo preparatore del settore giovanile; adesso si è allineato alla tipologia di allenamenti di Lanni e Fulignati, ma su di lui svolgo più un lavoro di tecnica di base. A livello caratteriale sono tutti e tre ragazzi molto aperti, sempre sorridenti e positivi, lavoriamo molto, ma ci ritagliamo anche momenti in cui scherziamo; il rapporto fra il portiere e il suo allenatore è importante perché, come per gli arbitri, ai portieri non sono concessi molti margini d’errore. Sono convinto che nel rendimento di un portiere il 70% lo faccia la testa e il 30% il resto, ovvero la tecnica e il fisico”.

“Una gamba forte, abbinata a una testa serena, può fare la differenza in un portiere” – questo ha scritto Massimo Marini nella tesi sulla “Preparazione fisica del portiere” al corso per allenatori di Coverciano: “Le gambe sono determinanti, abbinate però alla tecnica e al DNA – spiega Marini -. Sono convinto che nel nostro ruolo la testa sia determinante. Le tre amichevoli che abbiamo disputato finora mi interessavano per verificare il grado di concentrazione alla gara e devo dire che sono molto soddisfatto”.

Il neopreparatore dei portieri, nel 2016, è stato premiato come uno dei cinque migliori preparatori per l’anno 2016 tra serie A, B e Lega Pro
“Il segreto è l’aver allenato portieri importanti come Perin, Cragno, Leali, Pelizzoli, Fiorillo, Iacobucci, Aresti, Rafael, Bizzarri – afferma Marini -. Alla fine la differenza la fa sempre il portiere. Ormai gli allenatori dei portieri sono tutti preparati e il nostro compito è piuttosto quello di aiutare i giocatori a correggere dei piccoli errori”.

“Lavoro in modo analitico -risponde alla domanda su come diriga gli allenamenti -.  C’è una parte fisica che serve per avere una base di forza e in questo mi confronto quotidianamente con Trentin e Salvatori e poi c’è un lavoro sulla tecnica e sulla posizione. Il lavoro situazionale lo incastro con quello tattico di squadra e in questo mi relaziono costantemente con Zanetti e Bertolini.

Cosa penso dello sparapalloni? Tanti anni fa chi la utilizzava veniva quasi preso in giro, all’inizio a crederci eravamo in due: il primo fu Spinelli, era preparatore dei portieri al Genoa e ora è al Paris Saint Germain, io fui il secondo, l’acquistai perché credevo e credo tutt’ora che possa supportare in modo importante il preparatore; allena la velocità di esecuzione del gesto e la ripetitività, non va usata tutti i giorni, ma credo molto in questo strumento.

Alla base di tutto ci sono il lavoro, la professionalità dell’atleta e le relazioni con il resto dello staff – conclude Marini -.  Nel corso di una stagione è importante mantenere i nervi ben saldi, senza esaltarsi nei momenti positivi e senza deprimersi in quelli difficili, è fondamentale lavorare sempre con grande serenità, in qualsiasi situazione”.

 

Foto presa dal sito dell’Ascoli Calcio
 

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