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CGIL: anche se continuano a crescere gli infortuni sul lavoro nelle Marche, ad Ascoli Piceno si è registrato un calo del 3,2% tra gennaio e luglio 2019. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’INAIL ed elaborati dalla CGIL Marche.

CGIL: ad Ascoli Piceno, infortuni sul lavoro in calo del 3%

Nei primi sette mesi dell’anno 2019, nella Regione Marche, sono stati denunciati 11.204 infortuni sul lavoro: 174 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+1,6%) e, in controtendenza, rispetto al livello nazionale (in cui è stato rilevato un lieve calo). Nelle Marche, sono cresciuti gli infortuni in occasione di lavoro (+2,3%), mentre quelli “in itinere” (ovvero quelli durante il normale tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro) sono diminuiti (-2,8%).

La Provincia che presenta un incremento significativo di infortuni è quella di Ancona (+5,5%), seguito da quella di Pesaro Urbino (+1,9%). In calo, invece, gli infortuni denunciati negli altri territori: Ascoli Piceno (-3,2%), Fermo (-2,1%), Macerata (-1,1%).

Osservando gli infortuni in occasione di lavoro, emerge che i più colpiti sono i lavoratori dell’industria manifatturiera; anche se, in questo settore, gli infortuni denunciati diminuiscono leggermente (-0,7%). Gli infortuni lavorativi crescono in modo rilevante nel settore delle calzature e abbigliamento (+16,4%), nel legno-mobile (8,6%), nella plastica (+7,4%); mentre sono in calo nella meccanica (-6,9%). Rilevante è stato l’incremento degli infortuni nelle costruzioni (+14,1%), nel commercio e riparazioni (+8,2%), nei trasporti (+4,9%) e soprattutto in agricoltura (+14,2%).

In un’ottica di genere, va rilevato che il maggior numero di infortuni colpisce gli uomini e il fenomeno è in crescita (+2,2%); mentre per le donne si riducono gli infortuni denunciati (-4,5%).

Osservando i dati degli infortunati in base all’età, emerge che i più colpiti continuano ad essere i giovani e, in particolare, coloro che hanno meno di 19 anni (per i quali gli infortuni aumentano del 6,9%). Anche i migranti sono tra i più coinvolti dal fenomeno: per i lavoratori extracomunitari, gli infortuni denunciati sono cresciuti in modo rilevante (+9,5%). Stabili, invece, gli infortuni dei lavoratori italiani e di quelli provenienti da altri Paesi europei.

Purtroppo, è tragico il bilancio degli infortuni mortali. Sono 16 i lavoratori che hanno perso la vita dall’inizio dell’anno: 2 donne e 14 uomini. A livello nazionale, gli infortuni mortali sono stati 599.

Continua ad essere elevato anche il numero delle malattie professionali: nei primi 7 mesi dell’anno, ci sono state 3.877 denunce presentate, in lieve crescita rispetto allo stesso periodo del 2018 (+0,1%).

Le parole dei rappresentanti della CGIL, Barbaresi e Santarelli

Questo il commento Daniela Barbaresi (Segretaria Generale della CGIL Marche) e Giuseppe Santarelli (Segretario Regionale CGIL Marche e Responsabile salute e sicurezza): “Questi dati evidenziano come ogni giorno si consumi una strage silenziosa, di cui si parla troppo poco e, soprattutto, si fa troppo poco per evitarla”.

“Le nuove regole sugli appalti – proseguono i rappresentanti della CGIL – le gare al ribasso e la giungla dei subappalti e, in generale, la precarietà e il lavoro sempre più frammentato, così come un sistema pensionistico che, oltre ad aver innalzato l’età lavorativa, non tiene adeguatamente in considerazione la gravosità di molti lavori, rappresentano ulteriori e pericolosi fattori di rischio”.

Questo l’auspicio di Barbaresi e Santarelli: “E’ necessario incrementare gli organici dedicati ai controlli e alla vigilanza, così come alla repressione dei fenomeni di irregolarità. E, soprattutto, servono investimenti importanti nella prevenzione. In questo senso, auspichiamo un intervento del nuovo Governo, peraltro già previsto nel programma dell’esecutivo, che affronti concretamente la questione”.

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