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Commercianti Ascoli, la Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato) ha diramato i dati della sua ultima indagine: gli artigiani e i commercianti ascolani impiegano 214 giorni per pagare i tributi, lasciando solo i 151 rimanenti da dedicare a investimenti e consumi. La “liberazione” dalle tasse avviene, quindi, solo a partire dal 1 agosto, giorno dal quale è possibile dedicare i successivi introiti al reddito familiare e d’impresa.

Commercianti Ascoli, lo studio della Cna

I dati sono leggermente migliori rispetto a quelli dello scorso anno, dove il giorno in cui i commercianti chiudevano i conti con le tasse era stato fissato al 5 agosto; nel 2017, invece, il fatidico giorno era stato il 3. Ciò significa che, nel 2019, il lasso di tempo in cui artigiani e commercianti hanno iniziato a lavorare per loro stessi e le loro famiglie, anche in prospettive di investimento, e non per le casse comuni (Stato, Regione, Comune) è iniziato solo dal primo giorno di agosto.

Il Centro Studi della Cna nazionale ha fissato, quindi, la percentuale delle imposte che un piccolo imprenditore ascolano deve all’erario al 58,7% (a fronte del 59,7% del 2018). Il reddito stimato del 2019 si aggira intorno ai 21 mila euro, in miglioramento rispetto al 2014, anno nero secondo il rapporto Cna, dove il reddito annuo non arrivava a 18 mila euro. Tuttavia, “Davvero poco per una vera ripresa dell’economia e dell’occupazione. Senza contare che lo studio della Cna nazionale prende in considerazione sì una piccola impresa ma comunque con dimensioni e volumi abbastanza superiori a quelle standard che abbiamo nel Piceno” ha sottolineato Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli. L’impresa tipo presa in esame dalla Cna, infatti, possiede un laboratorio artigiano di 350 metri quadrati e uno spazio destinato alla vendita di 175, senza contare i macchinari, le macchine d’ufficio e un automezzo per il trasporto.

“Stabilità e qualche leggero miglioramento – commenta  Balloni – ma la strada per interventi veramente risolutivi per liberare risorse che le imprese possano utilizzare per investire, ammodernare e assumere, è ancora lunga”.

Ascoli, 57° posto per la tassazione complessiva

Ascoli nel 2018 si era classificata 47° fra i 141 comuni (capoluogo e non) presi in considerazione dallo studio della Cna nazionale in uno studio sul tasso d’imposizione, per scivolare quest’anno di 10 posizioni, arrivando al 57°. Questi dati pongono il capoluogo piceno a metà tra quelli marchigiani. Ad occupare il posto più in basso è Pesaro (103° in classifica), quindi Macerata (86°), poi Ascoli e a chiudere Ancona (53° posto) e Fermo (52°).

Il presidente territoriale Cna, Luigi Passaretti, ha spiegato le azioni che la Cna chiede di effettuare: “Introdurre in modo progressivo e credibile la tassazione secondo un piano che, sulla base delle risorse rese disponibili attraverso il recupero dell’evasione e la riduzione della spesa pubblica, preveda la riduzione delle aliquote Irpef ed elimini la discriminazione attuale operata per le detrazioni da lavoro delle piccole imprese personali”.

 

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