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Mondiali Atletica 2019: un bellissimo gesto di “fair-play” è andato in scena ai Mondiali di Atletica 2019, che si stanno svolgendo a Doha (Qatar). Durante la gara dei 5.000 metri, Braima Sunclar Dabó, atleta della Guinea Bissau, ha aiutato e sorretto Jonathan Busby, stremato corridore di Aruba (isola caraibica), accompagnandolo fino al traguardo.

I protagonisti del gesto di solidarietà sportiva sono due atleti poco conosciuti, ma accomunati da un grande cuore e dalla forza di volontà: Busby, nato nei Caraibi 33 anni fa, non aveva mai corso una gara dei 5.000 metri piani; al Mondiale, però, ogni Federazione può mandare un atleta, anche se non ha mai corso in gare ufficiali. Anche Dabò, 26 anni, non aveva ottenuto grandi risultati sportivi.

Mondiali Atletica 2019: gesto di fair play di un atleta della Guinea, nei confronti di un avversario

Il coraggioso arubense Jonathan Busby, sfidando le elevate temperature di Doha, si è schierato alla partenza dei 5.000 metri piani (nella stessa batteria dell’italiano Yeman Crippa e del talento norvegese Jacob Ingebrigtsen). Dopo una gara faticosa, lo sforzo si è fatto sentire e Busby è “crollato”, quando la campana suonava l’ultimo giro. Ma, dalle retrovie della corsa, quando i corridori più forti erano già arrivati, è arrivato l’eroico guineiano Braima Sunclar Dabó.

Gli ultimi 250 metri della gara, nel caldo del Qatar, i due atleti li hanno percorsi abbracciati. Dabó sosteneva Busby, totalmente disidratato e poco lucido, tra gli applausi di un “Khalifa Stadium” refrigerato, ma non troppo. Risultato: tempo personale (18’10”87) per Dabó, squalificato Busby.

Tra i precedenti illustri, si può ricordare l’italiano Dorando Pietri, che alle Olimpiadi di Londra 1908 tagliò il traguardo della Maratona, sorretto dai giudici: fu squalificato, poi la Regina consorte Alessandra lo premiò con una Coppa d’argento dorato. Guardando agli altri sport, è impossibile non ripensare allo scambio della borraccia, in salita, tra i campioni di ciclismo Gino Bartali e Fausto Coppi, durante una tappa del Tour de France del 1952: tuttora, non è chiaro chi dei due stesse passando la bottiglia al rivale.

Sono storie di solidarietà e di “fair-play”, che commuovono e fanno riflettere sull’etica sportiva. Indubbiamente, sono importanti le vittorie ottenute dai campioni; ma si può vincere anche attraverso dei gesti di generosità e sportività, compiuti nei confronti degli avversari in gara.

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