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Tumore al seno, la malattia colpisce sempre più donne marchigiane: per quest’anno i casi previsti sono 1.300, in linea con la tendenza italiana, che nel 2019 vede 53 mila casi registrati, numeri destinati ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione.

Tuttavia, la buona notizia è che le cure si fanno sempre più efficaci, ma per incrementare il tasso di sopravvivenza va aumentato il numero di diagnosi precoci sensibilizzando la popolazione femminile: solo il 56% delle donne si è sottoposta allo screening mammografico gratuito organizzato dalla Regione Marche.

Tumore al seno, i numeri delle Marche

Il tema del tumore è stato affrontato ieri (2 ottobre) ad Ancona al convegno inter regionale Marche-Umbria promosso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica, “La gestione della paziente con carcinoma mammario“. Hanno partecipato 80 studiosi che hanno fatto il punto della situazione sulla lotta alla malattia. 

“Quello alla mammella è il carcinoma femminile più diffuso in Italia e rappresenta più del 30% di tutti quelli registrati tra le donne. Ogni anno nelle Marche grazie alle mammografie individuiamo più di 260 nuovi tumori e in totale più dell’80% delle donne si è sottoposta a questo esame salvavita negli ultimi anni. Sono dati in linea con la media nazionale, ma che possono essere migliorati. Grazie agli screening possiamo intervenire tempestivamente su neoplasie di dimensioni ridotte, aumentando così le chances di guarigione”  ha dichiarato Rossana Berardi, Segretario Regionale Aiom Marche e Direttore della Clinica Oncologica Ospedali Riuniti di Ancona – Università Politecnica delle Marche.

Nelle Marche vivono oltre 14 mila donne con una diagnosi di carcinoma mammario, alle quali è possibile garantire un buon livello di assistenza grazie alle cinque Breast Unit presenti sul territorio, dove lavorano squadre di specialisti esperti in materia.

Tumore al seno, l’importanza della prevenzione e delle cure

Al convegno di Ancona molto spazio è stato dedicato al tema delle nuove cure, che prevede farmaci che, anche nei casi più gravi, riescono a rallentare l’avanzamento del carcinoma: “In particolare per la malattia metastatica ribociclib, una terapia mirata innovativa, ha dimostrato di migliorare significativamente la sopravvivenza globale.

Funziona inibendo due proteine chiamate chinasi ciclina-dipendente 4 e 6 (CDK-4/6), che quando vengono iperattivate possono consentire alle cellule tumorali di crescere e di dividersi rapidamente. La ricerca medico-scientifica sta portando a trattamenti sempre più personalizzati per il singolo paziente.

Tutto questo è possibile grazie alle maggiori conoscenze che abbiamo sui meccanismi biologici dei tumori”, ha aggiunto Vincenzo Catalano, coordinatore regionale Aiom Marche e dirigente medico Ospedali Riuniti Marche Nord.

Ovviamente, la prevenzione gioca un ruolo fondamentale: anche dopo la diagnosi di un tumore al seno, è necessario mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato, tenendo sotto controllo l’alimentazione, il peso ed evitando assolutamente la sedentarietà, azioni che, congiunte, migliorano la risposta dell’organismo alle terapie e contrastano gli effetti collaterali dei trattamenti oncologici.

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