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Quello della violenza di genere, fenomeno purtroppo diffuso e in crescita, ancora caratterizzato da una forte percentuale di sommerso, è stato analizzato durante la VII edizione del congresso regionale tenuta ad Ancona, presso l’Auditorium Montessori della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torrette, intitolato La violenza sui minori, sulle donne, sugli anziani e sui disabili: riconoscere, proteggere, intervenire.

Violenza di genere, i numeri

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un anziano su 6 ha subito abusi nel 2018, quadro che rischia di peggiorare a causa del complessivo invecchiamento a cui la popolazione mondiale va incontro; secondo le stime, nel 2050 si potrebbe arrivare a 320 milioni di anziani maltrattati.

Anche i dati che riguardano la violenza fisica e sessuale sulle donne non sono confortanti: il 31,5% della popolazione femminile tra i 16 e i 70 anni avrebbe, infatti, subito abusi (il 26,4% almeno una volta nella vita violenza economica o psicologica, il 21,5% è andata incontro a fenomeni persecutori, come lo stalking, da parte di ex partner). Peggiore è la situazione delle donne affette da disabilità, più esposte ai maltrattamenti, fenomeno che, secondo l’Istat, interesserebbe circa 2 milioni di persone; in base ai numeri forniti dalla Federazione Italiana per il superamento dell’handicap, ad aver subito violenze fisiche o sessuali è stato il 36% delle donne disabili.

Infine, ogni anno nel mondo i minori vittime di violenza si attestano tra i 500 milioni e 1,5 miliardi, 100 mila solo in Italia.

Violenza di genere, i casi del Torrette di Ancona

Durante lo scorso anno, sono state 41 le donne che si sono rivolte al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Ancona in seguito a maltrattamenti, 20 delle quali sono italiane e hanno all’incirca 30 anni. I casi di violenza sessuale sono stati 10, la metà dei quali ha riguardato donne italiane con un’età media di 33 anni.

Per quel che riguarda gli abusi sui minori, nel 2018 a Torrette sono stati 13 i casi di violenza su bambine, 3 su bambini di sesso maschile.

Sono state queste le tematiche affrontate durante il congresso di Ancona, lette alla luce dei cambiamenti della società di cui siamo, attualmente, protagonisti: “La cultura assume delle dimensioni antropologiche che connaturano i comportamenti dello stesso Dna delle persone. I mezzi di comunicazione tra le persone, quelli che hanno agevolato l’attuale interscambio totale a livello mondiale tra le persone, nello stesso tempo hanno dentro un paradosso tutto da esaminare che è quello che il significante in qualche maniera determina il significato, vale a dire il mezzo di comunicazione stesso, social network, in qualche maniera crea i contenuti di riferimento che ci sono all’interno”, sono state le parole del direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona Michele Caporossi, presidente del congresso, che ha posto l’accento sulla necessità di uno scambio tra professioni, da quelle sociali e legali a quelle sanitarie, per attivare protocolli d’intervento coesi ed efficaci.

“Occorre aiutare le vittime e incoraggiarle a segnalare il prima possibile abusi e maltrattamenti. Non bisogna avere paura, perché in alcuni casi si può salvare veramente la vita”, ha concluso la psicoterapeuta Alessia Tombesi.

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