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Rinascita: presso la Sala conferenze della Libreria “Rinascita”, i primi tre martedì di novembre (5-12-19 novembre), dalle ore 17 alle ore 19, si svolgeranno degli interessanti incontri letterari, a cura del Prof. Emilio Di Vito, durante i quali sarà possibile approfondire la storia e le opere di tre Maestri del pensiero e della letteratura: Giacomo Leopardi, Dante Alighieri e Cecco D’Ascoli.

Rinascita: tre incontri con il Prof. Emilio Di Vito, dedicati a Leopardi, Dante e Cecco d’Ascoli

Martedì 5 novembre, dalle ore 17 alle 19, presso la Sala conferenze della Libreria “Rinascita”, il Prof. Emilio Di Vito terrà una lezione dal titolo “Il linguaggio della poesia leopardiana”. Giacomo Leopardi è uno dei maggiori poeti italiani dell’Ottocento, esponente del Romanticismo letterario. La sua profonda riflessione, sull’esistenza e sulla condizione umana, ne fa anche un filosofo di spessore. La critica leopardiana ha avuto delle difficoltà, nel conciliare il pensiero e la poesia dell’autore. La poesia di Leopardi è stata contrapposta al “pessimismo” o “nichilismo”, come viene definito il suo pensiero. In tal modo Leopardi è stato definito “poeta dell’idillio”, “poeta energetico” o “materialista premarxista”. Il senso della poesia leopardiana sfugge sia alla critica materialistica e idealistica, sia al nichilismo, sia alla negazione dell’identità dell’autore. Il linguaggio della poesia non indica nuove ideologie, ma è misura della svolta alla quale è chiamata la civiltà occidentale.

Martedì 12 novembre, invece, ci sarà un incontro dal titolo “Dante: linguaggio e politica”. Dante è considerato il padre della lingua italiana; la sua fama è dovuta all’opera “Divina Commedia”, uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale e un’allegoria della salvezza umana. Dopo il progetto, elaborato dai totalitarismi, di fondare l’uomo nuovo, e la negazione dell’uomo dell’Umanesimo (teorizzata dallo strutturalismo linguistico ed ideologico), si è riproposta la meditazione filosofica del rapporto tra comunicazione, dialogo, democrazia e totalitarismo (da Otto Apel a Horckeimer). Si ripresenta, così, il tema aristotelico del nesso tra “logos” (discorso) e politicità, come principio fondativo dell’umanità dell’uomo (inteso come “singolo” e come “comunità”).

Martedì 19 novembre, il Prof. Di Vito concluderà la serie di conferenze con “La solitudine di Cecco”. Francesco Stabili, meglio noto come Cecco d’Ascoli, è stato un poeta, medico, insegnante, filosofo, astrologo e astronomo. Per il suo pensiero eterodosso in materia religiosa, è stato condannato al rogo dall’Inquisizione romana. Nell’opera di Cecco d’Ascoli campeggia un’unica, grande individualità: è quella di Cecco. La solitudine è rivelazione del suo carattere e destino storico, ma la solitudine è anche è una cifra metafisica del suo universo; questo fatto spiega la sua contrapposizione a Dante e il fascino che continua ad esercitare tra i lettori.

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