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Francesco Ameli, capogruppo ascolano del Partito Democratico, stigmatizza con forza la situazione in cui vertono le scuole del comune di Ascoli, chiedendo, a nome di tutto il suo partito, scuole sicure.

Per Ameli, infatti, sono passati due anni e non è stato fatto niente, nella più totale indifferenza degli amministratori locali, mentre i ragazzi e i docenti continuando a seguire e tenere le loro lezioni in edifici di cui non si conosce la vulnerabilità sismica. 

Francesco Ameli, le accuse al comune

Ameli sottolinea che il comune di Ascoli non ha ancora speso i 36 milioni di fondi regionali assegnati due anni fa per la messa in sicurezza delle scuole comunali con adeguamenti/demolizioni e ricostruzioni. Perché? A detta del capogruppo ascolano, “Accade che alcuni privati annusino l’affare e propongano all’amministrazione un partenariato pubblico privato (cooperazione tra il settore pubblico e quello privato) con investimenti pubblici (tanti fondi sisma) e privati (meno). Tutti sanno che la legge italiana non lo consente. Il sindaco Fioravanti e il suo predecessore Castelli, infatti, invece di fare le verifiche di vulnerabilità sismica (obbligatorie per legge) e mettere al primo posto la sicurezza di studenti e docenti, hanno deciso di perdere due anni di tempo per inseguire un partenariato pubblico privato oggi impossibile da realizzare”.

Francesco Ameli continua, poi, facendo notare come in due anni non si sia tenuto alcun confronto su come e dove fare i nuovi plessi scolastici insieme a presidi, genitori, comitato scuole sicure e cittadinanza: “È chiaro che un cambiamento così importante per la città dovrebbe essere condiviso con tutti perché modificare l’ubicazione delle scuole comporta modifiche sia della viabilità e dei trasporti ma anche modifiche di tutto il settore del commercio”.

Ameli, l’accusa a Lega e Cinque Stelle

Per il capogruppo PD è anche assurdo che la Lega ascolana e il Movimento Cinque Stelle “hanno la brillante idea di proporre emendamenti che modificano la norma nazionale a favore di poche imprese locali, chiedendo di non applicare il limite del 49% di risorse pubbliche per i partenariato pubblico privato”. A stupirlo è anche un’altra cosa: “i fautori della partecipazione (a chiacchiere) oltre al mancato coinvolgimento di studenti, famiglie e presidi, hanno ben pensato di non discutere con gli altri, anzi. La proposta di partenariato pubblico privato infatti non tiene minimamente conto delle scuole provinciali insistenti sul territorio comunali”.

La conclusione di Ameli: “resta in me l’amarezza di un’occasione persa per la città, per la quale Lega e M5S locale dimostrano il non essere in grado di affrontare con serietà le sfide nell’interesse pubblico”.

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