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Post sisma, il crocifisso ligneo di Arquata del Tronto, temporaneamente ospitato nel Duomo di Ascoli Piceno, il 1 gennaio 2020, allo scoccare del nuovo anno, è tornato a casa presso la chiesa dell’area SAE di Borgo1.

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Post sisma, il ritorno del crocifisso

Il crocifisso ligneo più antico delle Marche, dedicato al patrono di Arquata SS. Salvatore, è tornato in patria il 1 gennaio 2020.

Le associazioni promotrici dell’azione sono Arquata Potest e Arquata Futura, che hanno agito in sinergia su proposta della prima, mentre la seconda ha finanziato per oltre l’80% la spesa per gli impianti di messa in sicurezza dell’edificio scelto per ospitare il prezioso ed antico manufatto, che rappresenta per la comunità arquatana, fortemente fiaccata dal sisma del 2016, un segno di speranza e di rinascita, dal forte valore non solo artistico e storico ma anche devozionale ed identitario.

Fino al 1 gennaio il crocifisso era stato ospitato ad Ascoli Piceno, nella Cattedrale, insieme alla Sindone della Chiesa di San Francesco di Borgo di Arquata, che ancora attende di tornare tra le sue montagne in una collocazione idonea.

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Arquata del Tronto, la storia del crocifisso

Il crocifisso, che rappresenta un Cristo Trionfante, risale al XIII secolo. Intagliato e dipinto da due monaci benedettini, Raniero e Bernardo, di cui conosciamo i nomi grazie alla loro firma riportata alla base, anticamente era conservato ad Ascoli, nella chiesa di San Salvatore di Sotto, ma venne rubato nel corso di una delle numerose lotte che, nei secoli, hanno intercorso tra ascolani ed arquatani. Così, nel 1680, l’opera devozionale fu spostata nella Chiesa dell’Annunziata di Arquata.

Nel 1855, in tutta Italia, imperversò un’epidemia di colera, che arrivò ad interessare anche il territorio di Arquata. I decessi furono numerosi, ma il centro dell’abitato arquatano fece eccezione: lì, infatti, il morbo non fu in grado di mietere vittime. Allora gli arquatani fecero produrre, come ex voto, una corona d’argento, posta ancor oggi sul capo del Cristo crocifisso, che riporta una frase in latino dove si dice che Arquata è stata salvata dal propagarsi della malattia grazie al suo Salvatore.

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