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Ascoli Piceno, la Cia Agricoltori Ascoli, Fermo e Macerata è tra i principali promotori  di un neonato progetto, a cui partecipano anche l’Università Politecnica delle Marche e l’Università di Urbino, volto alla valorizzazione della coltivazione del tartufo nel territorio.

Punti cardine del progetto sono l’innovazione e la ricerca per lo sviluppo della filiera della tartuficoltura, per migliorare gli standard qualitativi del prodotto e aumentarne la qualità. 

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Ascoli Piceno, l’importanza della tartuficoltura

La tartuficoltura può rappresentare una importante opportunità di sviluppo del sistema economico dell’entroterra della provincia di Ascoli, come ha spiegato l’agricoltore Cristiano Peroni: “Nel Piceno, grazie al terreno che caratterizza l’area interna, il tartufo si trova in tutte e nove le tipologie che vengono commercializzate e per alcune specie si può anche coltivare. Le specie che si trovano nell’entroterra del Piceno, ma che non si possono coltivare sono il bianco pregiato, il brumale, il moscato, il nero ordinario e il bianchetto. Le specie che invece vengono coltivate in provincia di Ascoli sono il nero pregiato e lo scorsone”.

Il bianchetto è un tartufo poco conosciuto che si trova nel territorio dell’ascolano dal gusto particolare, preferito e richiesto in maniera consistente dagli operatori stranieri e quindi esportato. “Le aree in cui vengono coltivati i tartufi – prosegue Peroni- sono la zona di Roccafluvione fino ad Amandola, ma anche nell’area di Acquasanta. Da recenti studi compiuti sul terreno abbiamo riscontrato che è possibile coltivare il tartufo fino ad Ascoli. Infatti nella zona che dalla città arriva fino a Mozzano il terreno risulta particolarmente adatto sia per trovare i tartufi e sia per coltivarli”.

Peroni spiega poi, come le condizioni meteo stiano modificando anche la produzione del tartufo: “Rispetto al passato si è innalzato il livello della quota di coltivazione. Il riscaldamento del suolo permette ad esempio la coltivazione del tartufo anche a quote più elevate delle montagne del Piceno e questo potrebbe costituire un importante opportunità per le economie di quelle aree. Da pochi giorni si è conclusa la stagione di raccolta del tartufo bianco. La qualità che abbiamo riscontrato è particolarmente buona mentre per quanto riguarda la quantità non è stata particolarmente eccezionale. Da qualche giorno è iniziata la stagione di raccolta del nero pregiato che si concluderà il prossimo 15 marzo. Anche per questa specie si prevede una buona qualità. Quest’anno i tartufi hanno dovuto subire le conseguenze del meteo. Infatti, il caldo che ha caratterizzato la stagione autunnale non ha certamente favorito lo sviluppo del prodotto”.

 

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