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Il Carnevale storico di Offida fa parte dei Carnevali storici del Piceno.

In questo antico e caratteristico borgo, il clima di festa carnascialesca inizia settimane prima del Carnevale vero e proprio, il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio, per proseguire con la Domenica degli Amici e la Domenica dei Parenti, e prendere avvio ufficialmente la sera del giovedì grasso, dove le congreghe, ovvero gruppi storici con stendardi e insegne proprie, ricevono dal sindaco le chiavi del paese che resta, simbolicamente, nelle loro mani fino al Martedì Grasso. 

I vari momenti che scandiscono il Carnevale offidano esistevano già alla metà del XVI secolo, da quello che ci dicono alcune fonti scritte, ma con ogni probabilità bisogna tornare a tempi molto più remoti: nel folklore offidano legato al Carnevale, infatti, si possono riscontrare tracce di tradizioni antiche e pagane, legate ai Baccanali greci e, ancor di più, ai Saturnali romani.

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Il Bove Finto

Il Bove Finto è una delle tradizioni più caratteristiche di questo Carnevale, molto sentito e vissuto nel territorio. Ad essere rievocata, il venerdì che segue il Giovedì Grasso, è la caccia ad un bue tramite un fantoccio di legno, che fino a qualche secolo fa era in carne ed ossa; viene, quindi, inscenata una sorta di corrida, nella quale, però, l’animale combatte contro l’intera folla e non contro un singolo individuo. Il bove viene, quindi, istigato e provocato da centinaia di persone, con vino che scorre in abbondanza.

Oggi, il fantoccio viene guidato da uomini vestiti con un tipico abito contadino bianco e strisce rosse (chiamato in dialetto lu guazzarò). Al calar del sole, il bue viene simbolicamente ucciso e portato in trionfo per le vie del paese. La festa sembra avere origine da quelle anticamente dedicate al dio romano del vino Bacco, dove si svolgevano riti propiziatori per assicurare la fertilità dei campi: in più, il dio veniva a volte raffigurato sotto le sembianze di toro. Sappiamo anche che in Grecia è attestato, fino al secolo scorso, un rituale chiamato bouphonia (uccisione del toro), dopo la trebbiatura, per far cessare siccità e carestia e svegliare la natura tramite il sangue versato.

 

 

I Vlurd

Il Carnevale offidano termina il Martedì Grasso con i Vlurd, lunghi fasci di canne che vengono accesi e, all’imbrunire, portati in processione per le vie del paese. Alla fine, vengono tutti buttati in un falò purificatore che segna la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima, attorno al quale si effettuano corse, girotondi, danze e salti sui carboni ardenti. Anche questa tradizione ha origini antichissime: il fuoco è stato considerato in tutte le culture un elemento purificatore, in grado di scacciare il maligno e la sorte avversa; essendo anche associato al sole, è considerato anche un elemento rigeneratore e promotore della crescita dei raccolti.

 

 

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